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Sorrentino: "Futuro? Sono sereno e mi sento bene. Conta il progetto"
04 ott 2019 17:59Calcio
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Nel corso di Stadio Aperto, su TMW Radio, l'ex portiere, tra le altre, di Palermo e Chievo Verona Stefano Sorrentino, attualmente svincolato, è tornato sull proprie possibilità per il futuro, per poi concentrarsi sui cambiamenti principali del ruolo del portiere. Queste le sue parole:

Sull'estate da svincolato: "Dopo 25 anni di ritiri con i club sin dai primi di luglio è stato strano. Sono stato 3 settimane a Coverciano, dove alla preparazione con i giocatori disoccupati ci siamo anche dedicati al percorso per il patentino da allenatori. Erano presenti altri grandi nomi, come Manuel Pasqual e Antonio Nocerino. La nostra squadra avrebbe certamente fatto la sua figura."

Sul futuro: "Mi alleno tutti i giorni a Torino, dove ci siamo trasferiti da poco per raggiungere le mie figlie. Ringrazio il Chieri, club di Serie D che mi permette di tenermi in forma aspettando la chiamata giusta: sono già arrivate alcune proposte che ho declinato. Non è importante la categoria, per me conta solo il progetto e l'emozione che mi da giocare. Per ora mi è stato proposto solo un ruolo da secondo portiere, e a me non piace gufare nè stare a guardare. Sono in attesa, con grande serenità. Ammetto che guardare gli altri giocare mi da un po' di bruciore allo stomaco. Dopo il campo? Non mi vedo particolarmente nel ruolo di allenatore, preferirei una carriera da dirigente per mettere in campo le mie conoscenze e la mia esperienza."

Sulla carriera: "Sono contentissimo del mio percorso, ma non amo il passato e preferisco concentrarmi sul presente e sul futuro. Mi ritengo una persona fortunata, che ha esaudito il proprio sogno nel cassetto. Non ho mai guardato al portafogli, avrei potuto sfruttare di più il mercato estero e giocare con certezza da titolare in Champions League in club spagnoli o greci, ma ho preferito dare priorità alle esigenze della mia famiglia. Sono stato titolare in Serie A fino a 40 anni, è un qualcosa che è riuscito a pochi. Negli ultimi 20 anni ho giocato almeno 35 partite a stagione, oggi i club decidono di puntare su profili più giovani e lasciar sereni i titolari, per evitare che i giocatori possano vivere periodi di crisi. Non conta l'età, è tutta una questione di testa: mi sento bene fisicamente e mentalmente, il discorso dell'età secondo me è una sorta di luogo comune privo di fondamento. Smetterò quando non ci starò più con la testa."

Sul ruolo del portiere: "Al giorno d'oggi gli estremi difensori usano quasi più i piedi delle mani. Oggi il portiere lavora molto più con la squadra rispetto al passato perchè è parte attiva del gioco. Mi ha colpito moltissimo l'altra sera vedere Handanovic contro il Barcellona, soprattutto il suo modo di interpretare il ruolo: sembrava un difensore aggiunto. I rigori? Bisogna studiare ogni settimana gli attaccanti per cercare di capire il modo di calciare e il loro status a livello mentale, ma serve anche grande capacità di intuizione."

 

 

RMC Sport Redazione