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L'EDITORIALE - Le Idi di marzo e la teoria del tutto di Allegri
14 mar 2018 21:35Calcio
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... di Vincenzo Marangio

Far sembrare semplici le cose non significa necessariamente che lo siano. In dieci giorni la Juventus trasforma la “profezia di marzo” di Allegri in realtà scientifica. Il tecnico livornese lo aveva detto: “I conti si fanno a marzo”. Detto, fatto. Primo snodo il 4 marzo quando, contro la Lazio all'Olimpico con vista Londra, la Juve sembra accontentarsi del pari, prima di ferire con una magia di Dybala i biancocelesti, il Napoli e forse il campionato... 

Una notte da leoni. E poi arriva il 7 marzo, la resa dei conti al Wembley Stadium. Altra partita a scacchi, stavolta contro il Tottenham in Champions League, non serve giocare bene, serve vincere, a tutti i costi. Più di sempre. Accade puntuale, sempre con la premiata ditta Higuain-Dybala. Uno ferisce e ricama, l'altro indossa la maschera e chiude i conti. 

Una gioia soffocata da un dolore enorme, perché il pensiero va a Davide Astori amico di tante battaglie in nazionale, rivale di tante sfide, persona d'oro. Una vittoria per onorarlo, poi un volo preso all'alba da Londra per andare a salutarlo. Buffon guarda i suoi compagni dopo una notte da leoni a Londra e lancia l'appuntamento: “Domani si parte alle 4.30, abbiamo trovato un volo disponibile, Davide e Firenze hanno bisogno di noi. Chi vuole venga, chi non se la sente è giustificato”. 

Firenze piange. Alle 4.30 c'erano tutti, volevano esserci tutti, ma il Jet privato può trasportare soltanto 12 passeggeri. Firenze li aspetta, nemici da una vita, eppure tanto bisogno di vedere anche qualcuno di loro lì nel giorno dell'addio. Se ne presentano in 12, Firenze dimentica la rivalità applaude e piange insieme ai nemici-amici. Il calcio è romantico, alla faccia di crede soltanto ai complotti e partorisce odio. 

Il tempo di metabolizzare le lacrime e si torna in campo, arriva l'Udinese. Meglio non lasciarsi innervosire dalla tediosa moda di “scansopoli”. Basta un secondo di flessione per buttare via tutto. Ma è marzo, il mese della resa dei conti “allegriana”. Serve una vittoria, magari da dedicare anche a Firenze e Davide. Paradosso di un calcio che mai avremmo pensato di poter vivere. Sia pure per un giorno soltanto. 

Il sorpasso. Per vincere una grande sfida a volte serve trovare sfide più piccole per tenere alta la concentrazione. I ragazzi di Allegri stavolta si sono messi in testa di non subire più reti. Eccola la sfida nella sfida. È dall'ultima gara di dicembre 2017 che la Juventus non raccoglie il pallone dalla propria rete, e quando succede questo, basta capitalizzare anche soltanto un'azione per portare a casa tre punti. Magari due, giusto per stare tranquilli, non si sa mai. Accade proprio questo contro l'Udinese: Dybala disegna su punizione, Higuain prima fallisce un rigore poi disegna un capolavoro e porge ancora a Dybala il pennello per la firma finale. Due a zero, nel giorno in cui a San Siro le luci non si accendono lasciando al buio Inter e Napoli e proiettando i bianconeri in vetta alla classifica.

Le idi di Marzo. Nel calendario romano, le “Idi” indicano i giorni di metà mese e quelle di marzo divennero famose per l'uccisione di Giulio Cesare avvenuta il 15 marzo. Il 14 di marzo della Juventus non c'entra nulla con la congiura che nel 44 a.c. portò all'uccisione di Giulio Cesare accusato di essere un accentratore di potere, il 14 di marzo della Juventus assomiglia molto di più al “calendario di Allegri”, la profezia di inizio anno: “A marzo faremo i conti”. Arriva l'Atalanta, serve ancora una volta la difesa inviolata e una firma, magari due. Arriva prima quella di Higuain, poi quella di Matuidi. E quei ragazzi lì dietro ancora tengono inviolata la propria porta. 

Sono le Idi di marzo, ma nessuna congiura, è semplicemente matematica o, se preferite, la “teoria del tutto” di Allegri, il tecnico della Juventus che vuole vincere tutto e dimostra di aver fatto bene i calcoli omaggiando la scomparsa di Stephen Hawking, nel giorno della sua morte.

“Siamo noi a creare la storia con la nostra osservazione, e non la storia a creare noi.” [ Stephen Hawking]

RMC Sport Redazione