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Zaccarelli: "Al Torino serve una svolta. Occhio alla sorpresa Caputo per gli Europei"
14 ott 2020 19:35Calcio

L'ex calciatore ed allenatore Renato Zaccarelli si è collegato in diretta con TMW Radio, intervenendo ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini nel corso della trasmissione Stadio Aperto. L'intervista comincia dalle due decisioni a tavolino che hanno già caratterizzato questo avvio di Serie A, di cui l'ultima quella su Juve-Napoli: "Non ci siamo fatti mancare nulla. Quello di Verona-Roma è un errore, una dimenticanza dovuta alla società... Credo che comunque, strada facendo, ne vedremo delle altre".

Cosa succede al Torino? "A differenza del Milan, che era partito male e si è poi ripreso, continuando su quella strada, il Torino ha ripreso sulla strada negativa. Spero che la prossima in casa possa essere la svolta: c'è un allenatore nuovo, che predica un gioco totalmente diverso da quello cui era abituata la squadra, e servirebbe del tempo. In generale però non c'è grandissima pazienza".

Il Torino si è effettivamente rafforzato sul mercato? "Dal vivo ancora non li ho visti, ma per la mia esperienza è necessario costruire sintonia ed alchimia tra gruppo, società e allenatore, allora sì che si riesce ad ottenere qualcosa di importante. Ho come la sensazione che questo mix ancora nel Torino non ci sia, ed è la lacuna che fa mancare fiducia ed autostima anche ai giocatori stessi".

Belotti è davvero il centravanti titolare della Nazionale? "Se la deve conquistare come tutti, quella maglia. Ha due rivali come Immobile e Caputo, quest'ultimo che sta vivendo un momento molto felice per entusiasmo. Può essere la sorpresa per gli Europei, sempre se il Sassuolo manterrà questo clima. Non dimentichiamoci che hanno anche Locatelli e Berardi ed è davvero una cosa bellissima. Immobile invece gioca con Luis Alberto e Milinkovic-Savic, che di palloni giusti gliene servono... Per un finalizzatore come lui è un bell'avere. Su Belotti invece dico che è il più importante del Torino e tutti giocano per lui, se non segna è un problema per i granata visto che i compagni non fanno molti gol".

Quanto influisce in casa Torino il rapporto incrinato tra ambiente e proprietà? "In percentuale, non saprei. Però è un aspetto fondamentale: i giocatori escono, vivono la realtà torinese e incontrano le persone. Si avverte la sensazione di scollamento tra società e tifoseria, e questo crea sicuramente dei problemi. Se la squadra fa un blocco unico con allenatore e club, ottenendo risultati, si possono ritrovare rapidamente entusiasmo e fiducia nella tifoseria".

Sembra un po' cambiato il mondo di Mancini rispetto a quando allenava i club. "Lui è stato molto attento, quando ha preso in mano la Nazionale non ha avuto remora ad aggrapparsi a chi aveva esperienza, ma soprattutto a degli esempi che potevano insegnare ancora. Se poi hai pure la fortuna di avere giovani che hanno iniziato a giocare nelle squadre importanti, ecco che hai messo in moto il meccanismo di squadra che vediamo partita dopo partita. La differenza, alla fine, la faranno i singoli".

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Renato Zaccarelli ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini © registrazione di TMW Radio