
12* giornata di Serie A, i Top e Flop di Hellas Verona-Roma. Alessandro Sticozzi
Al Bentegodi la penultima fatica del dodicesimo turno, con Mourinho che cerca il sorpasso pre-derby alla Lazio di Sarri, sconfitta ieri a sorpresa in casa dalla Salernitana. Dall’altro lato del ring l’Hellas Verona di Bocchetti, parso in salute dopo il cambio d’allenatore. I giallorossi si presentano con la miglior formazione possibile (confermato Camara per Cristante in mediana) nonostante il turno decisivo al giovedì in Europa League. I padroni di casa giocano a specchio col 3-5-2, facendo correre Depaoli e Faraoni sulle fasce.
L’avvio di gara dei veneti è grintoso, con le bande laterali romaniste che vivono minuti d’apprensione.
Il match ha buon ritmo, fino al 18’ dove Abraham fallisce un’occasione incredibile: assist di Zaniolo in profondità dalla destra, col centravanti inglese che prima salta Montipò e poi centra clamorosamente il palo a porta vuota. L’ex Chelsea non è fortunato poi, un minuto dopo, quando la sua girata di testa da buona posizione esce di un soffio oltre l’incrocio dei pali.
Due gol sbagliati, gol subìto. Al 28’ su un tiro sporco di Faraoni dal limite arriva la deviazione beffarda di Davidowicz per l’1-0 dell’Hellas, che arriva in maniera fortunosa ed estemporanea, per quanto quelli di Mourinho stessero orchestrando la “solita” partita noiosetta.
Lo stesso Davidowicz rischia di staccare una gamba a Zaniolo con un fallaccio al 35’: il Var che non può far altro che richiamare Juan Luca Sacchi, che dopo la revisione espelle giustamente il giocatore dell’Hellas.
Al 41’ Ceccherini rischia di lasciare i suoi in 9, dopo aver calpestato Zaniolo a terra a margine di un contrasto al limite dell’area, ma Sacchi perdona e lascia correre.
La Roma non gioca bene, ma sigla l’1-1. Camara è decisivo in pressing quando ruba palla alta a Tameze e serve Abraham di fronte Montipò: l’inglese prende un altro palo (inaugurando il vizio dello scorso anno, ndr) e sulla ribattuta è Zaniolo a spezzare la maledizione col tap-in facile. Il “22” non segnava da 159 giorni, vale a dire dalla finale di Conference League a Tirana.
All’intervallo Mou lancia messaggi speranzosi verso la rimonta, inserendo El Shaarawy per Cristante (ammonito) e sbilanciando così la squadra in avanti.
All’ottavo della ripresa, sempre Zaniolo, prima scatta (senza chiudere l’azione tirando) e poi chiede il cambio: probabile problema muscolare da valutare per Ludogorets e derby.
Entra Belotti assieme a Volpato per Zalewski. Il “gallo” si fa vedere in zona gol al 19’ incrociando un destro che viene ben parato a terra da Montipò. Poco dopo fuori Mancini e dentro Matic, per una Roma che alza ulteriormente il baricentro. La gara prosegue sulle vie della combattività da ambo i lati, con i giallorossi che provano a far pesare l’uomo in più, pur non trovando troppo costrutto nelle proprie sfuriate offensive.
All’80’ Karsdorp rischia moltissimo atterrando Lasagna al limite, anche se Sacchi inspiegabilmente lascia correre, col Var che non può intervenire sulla valutazione del fischietto incaricato. Sull’azione susseguente Pellegrini guadagna corner da una sua punizione e Matic impatta la traversa sul calcio d’angolo battuto dal suo stesso capitano.
Mourinho le prova tutte: fuori Camara (tra i migliori) e dentro Shomourodov. I giallorossi vanno in forcing nel finale e l’Hellas si adopera solo nella classica “spazzata alla cieca”.
A 2’ dal termine l’eroe è lo stesso dello scorso anno: Volpato (che nel 2021/2022 siglò il 2-2 casalingo della Roma) trova un mancino chirurgico e difficilissimo dal limite dell’area, dopo un’azione ben congegnata da Matic sulla sinistra. Esplode la panchina della Roma, per una vittoria che sembrava non dover proprio arrivare.
C’è tempo anche per l’assist, sempre del “62” Volpato, che dal limite dell’area, con un Hellas oramai senza più coperture, manda El Sharaawy in porta per l’1-3.
TOP
Abraham - Si sbatte come ai bei tempi ed è prima impreciso, poi sfortunato quando coglie due pali (anche in questo caso vale il “come ai bei tempi”). Il gol manca solo per dettagli, anche se parte del gol del pareggio è suo merito. L’Hellas, seppur in inferiorità numerica, concede poco a una Roma che serve con ancor meno costanza il proprio centravanti, il quale termina la gara facendo anche da ala.
Smalling - Domina su Henry e Lasagna, risultando alla lunga il più attento del trio di difensori giallorossi, che a dire il vero hanno poche colpe anche sul gol dell’1-0.
Camara - Il suo recupero in pressing l’avevamo visto già due volte contro il Napoli, dove poi il neo-acquisto ha sbagliato la scelta nel momento propizio: al Bentegodi invece gira per Abraham (a fine primo tempo), inaugurando di fatto l’azione del pari.
Faraoni - L’esterno di Bocchetti ha qualità superiore alla media dei suoi compagni e - soprattutto - è animato dal fuoco sacro della lazialità quando affronta la Roma. Dal suo tiro nasce la deviazione del vantaggio; poi è di gran lunga il più continuo dei suoi nelle due fasi.
Volpato - Il suo gol vale tre punti, vale a dire due in più di quelli riferiti al pari ottenuto lo scorso anno su un’altra sua conclusione coraggiosa. Il ragazzo ha qualità e - probabilmente - sarebbe bello vederlo più spesso in campo. Si prende la scena anche con l’assist per l’1-3. Bel messaggio.
FLOP
Davidowicz - Anche se trova il gol (casuale), il modo in cui entra su Zaniolo è proprio di chi non ha il controllo del proprio atletismo e rischia di rompere una gamba all’avversario.
Tameze - Il pallone sanguinoso perso a fine frazione risulta pesantissimo. Se i suoi fossero andati all’intervallo in vantaggio, probabilmente avrebbero potuto sognare il pareggio, nonostante l’inferiorità numerica. Svagato.