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Virtus Verona, Fresco: "Playoff di C? Sarebbero facoltativi. Ho il sogno Serie B"
22 mag 2020 19:40Calcio
© foto di Francesco Di Leonforte/TuttoCesena.it

Luigi Fresco, presidente ed allenatore del Virtus Verona, si è collegato in diretta con Stadio Aperto, trasmissione in onda su TMW Radio: "Alla fine secondo me cambierà poco. Ghirelli giustamente aveva seguito il volere dell'assemblea, e succederà comunque che le prime tre saliranno e che la quarta sarà con merito sportivo o playoff, la prima se non riescono con i tempi. Il blocco di retrocessioni e ripescaggi era stato fatto per evitare i ricorsi, ma capisco Gravina che voglia una maggiore regolarità del campionato. La differenza sarà che ci sarà o un playout o una cristallizzazione della classifica per cui andranno giù le squadre con il punteggio peggiore. Le divergenze capitano anche nelle migliori famiglie: nel Consiglio Federale hanno ritenuto di dover fare alcune cose, Gravina in buonafede ma altri che sono lì con molta meno e pensiamo al disastro che ha fatto la Serie B due anni fa, dopo aver invece fatto un ammutinamento. Noi abbiamo proposto, non è una tragedia se il Consiglio Federale decide diversamente. Gravina dice di provare a ripartire, se non ce la facciamo allora playoff e playout, altrimenti classifica cristallizzata: lui è una persona con cui puoi parlarci e confrontarti, è disponibile allo stesso modo di quando era da noi (presidente della Lega Pro, ndr)".

Il playoff quindi sarebbe solo per la quarta promossa o ciascun girone? "Anche io avevo pensato allo stesso modo: tu programmi i playoff, e sono ventisette squadre. Chi non si sente in possibilità di rispettare il protocollo rinuncia, senza essere penalizzato. Rimangono otto squadre? Quelle le giocano. Sono playoff facoltativi, tra virgolette. Col cataclisma che è capitato ci sta di fare così".

Giusto avere un assistenzialismo completo o fare una riforma netta? "Non si può farla in due-tre anni. Io già sono cascato dentro la C2 nell'anno in cui è scomparsa, e siamo andati giù in undici, retrocedendo in un'annata che normalmente sarebbe stata una salvezza. Non è possibile che un club di B prenda 5 milioni di euro e uno di C 500mila... Servono semplicemente più risorse. Sette-otto anni fa c'erano novanta squadre in C e prendevano un milione a testa... Oggi c'è il Cittadella, che ha un fenomeno di ds, che mette da parte un milione, un milione e mezzo, mentre al Pontedera, dove sono altrettanto bravi, devono mettere 300mila euro di tasca loro".

Che pensa dovrebbe fare la Serie C? "Sia chiaro che il piazzamento aiuta, fossi ultimo... Se andiamo fino in fondo abbiamo diciannove turni, comprendendo il playoff. Se iniziamo il 20 giugno si conclude a fine agosto: secondo me dobbiamo finirla qua. Per la quarta possono anche fare i playoff, sui playout dovremmo riflettere, forse la soluzione di non far retrocedere nessuno poteva essere presa anche dalle altre leghe, ma capisco che Gravina voglia mantenere il format".

Alla C servirebbe un aiuto dalla A. Ma è un sogno? "Dovrebbero copiare Inghilterra e Germania, e avremmo un calcio migliore, con realtà come le nostre che procurano e fanno crescere calciatori giovani. Noi che negli ultimi 8 anni ne abbiamo fatti solo tre di C abbiamo mandato giocatori come Magnani in Serie A, Paleari in B... Siamo utili anche per le altre categorie. Verona credo sia l'unica realtà con tre squadre di calcio professionistiche, ma questo non ha generato rivalità, bensì creato collaborazione".

Più difficile fare l'allenatore o il presidente? "L'allenatore. Il presidente può programmare, e se lavori bene di solito vedi i risultati, salvo fortuna o sfortuna. Da tecnico conta molto di più il caso".

C'è un segreto nel rapporto con i calciatori? "Secondo me si va meglio, non c'è paura di essere sputtanati dal presidente. L'allenatore è rispettato per forza, e c'è unità di intenti".

Mai pensato di esonerarsi? "Ogni tanto ci ho pensato, poi la domenica vincevo e mi auto-inserivo di nuovo".

Si sente un caso unico nel suo genere? "39 anni come presidente-allenatore è record mondiale assoluto, e lo stesso vale per gli anni da allenatore consecutivamente. Globalmente 39 anni sulla stessa panchina sono terzo, mentre tra i presidenti penso ce ne siano tanti sopra di me, ne ho conosciuto di recente uno di una piccola realtà friulana".

La C è un punto d'arrivo o si sogna ancora? "Pensate che siamo partiti dalla Terza Categoria, e siamo stati ben nove anni in Promozione... Per me è come arrivare in un rifugio: lì per lì ti rifocilli e ti riposi, ma poi voi ripartire e arrivare ad un altro. Per il momento vorremmo confermarci, il passo ulteriore sarebbe la Serie B e vorremmo arrivarci. Fino al 2000 i nostri ragazzi giocavano gratis, eccetto un viaggio premio".

Le manca solo il ruolo da giocatore. "L'ho fatto, l'ho fatto. Il primo anno, in Seconda Categoria, ci siamo salvati alla penultima giornata dopo un'annata durissima. Ho detto che a quella successiva se c'era un rigore, avrei tirato io. Invece mi sono auto-sostituito, e nel secondo tempo ci hanno dato tre rigori a favore: abbiamo vinto 5-3 ed ho rosicato. L'anno dopo lo stesso, e quella volta non mi sono sostituito. Nel secondo tempo poi ci hanno dato un rigore e ho segnato, quindi ho 2 presenze e un gol".

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Luigi Fresco, presidente-allenatore della Virtus Verona, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini © registrazione di TMW Radio