A commentare il Mondiale e non solo a TMW Radio, durante Maracanà, è stato l'ex dirigente FIGC Antonello Valentini.

Argentina ko a sorpresa:
"E' una di quelle vicende che spiegano la popolarità del calcio. Non c'è stata presunzione dell'Argentina, ma un minimo di sufficienza e mancata conoscenza degli avversari, che erano assatanati. Mi fa piacere che altri pianeti del calcio si facciano avanti. E' un Mondiale dove dobbiamo parlare di calcio, senza dimenticare però il resto". 

La stessa attenzione per le questioni del Qatar dovrebbe esserci anche per le vicende interne in Italia:
"Abbiamo il dovere di occpuarcene. La vicenda D'Onofrio è devastante, il mondo arbitrale sta vivendo un momento difficile, di tensioni. Penso a migliaia di ragazzi impegnati nella Lega dilettanti che mettono a rischio anche l'incolumità personale. I vertici dell'AIA dovrebbero fare un passo indietro".

E sulla questione diritti?
"Tutto serve a fare un passo avanti, anche le proteste e le dimostrazioni in Qatar. Tutto lascia una traccia, è u nseme che viene lanciato e spero possa andare avanti. Il calcio non può quando gli fa comodo dire che non ha un ruolo sociale e quando gli fa comodo in un altro senso che lo ha".

Un pensiero su questi recuperi molto lunghi:
"Ho letto le dichiarazioni di Collina, non condivido che si debba essere rigorosi solo ai Mondiali. Forse si vuole aprire uno scenario diverso, è un assaggio di un progetto di tempo effettivo, tenendo conto che oggi una partita di calcio si gioca per 57-58 minuti rispetto ai 90. Bisogna porsi comunque un problema per il rispetto del pubblico, il tema va affrontato. La FIFA non può essere rigorosa solo per i Mondiali, alla fine si deve rivolgere a tutto il movimento. Inserire il tempo effettivo vuol dire avere anche un tavolo di cronometristi come nel basket. Il rischio è che diventi tutto macchinoso e snaturi il gioco del calcio".

Mancini ha ribadito che è ingiusto escludere i campioni d'Europa dal Mondiale. Che ne pensa?
"Piace di più che a ogni giro ognuno si rimetta in discussione. Quello di Mancini è un umano e comprensibile rammarico per la mancata qualificazione dell'Italia".