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Tomassini: "Vi racconto San Marino, nazionale di giocatori-lavoratori come me"
15 ott 2020 19:30Calcio
© foto di Giovanni Padovani

Il centrocampista Fabio Ramon Tomassini, in campo con la nazionale di San Marino nello storico 0-0 contro il Liechtenstein, ha parlato a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Il risultato è storico, eravamo tutti molto contenti di aver portato un punto a casa, però un po' di rammarico c'è: partita grandiosa di tutti, abbiamo attaccato dall'inizio alla fine, cosa che non accadeva da un po', e purtroppo non abbiamo concretizzato le occasioni capitate".

Cosa significa rappresentare San Marino? "Per me e i miei compagni è un'emozione incredibile, mi viene sempre la pelle d'oca. Penso a chi gioca nelle categorie basse e che non può essere a certi livelli, siamo lì a rappresentare la nostra nazionalità, e sfidare gente di questo calibro è una grande fortuna".

Quale il ricordo più speciale della sua carriera? "Oltre a questa, ero molto legato alla sfida in Azerbaigian. Non ricordo la data con esattezza (era il 4/12/2017, ndr), ma è stata una delle mie prime da titolare, e ricordo che un gol riuscimmo a farlo, seppure ne prendemmo cinque. Ma abbiamo potuto esultare anche noi".

A novembre avrete il ritorno con Gibilterra. Partita da vincere? "Sì. Penso che da parte di tutti sarà affrontata con lo stesso spirito del Liechtenstein, quello che abbiamo portato anche in Slovenia in amichevole: squadra aggressiva e compatta. Speriamo nella vittoria, ma prima puntiamo alla prestazione".

Chi è il sanmarinese che prende come esempio? "Andy Selva è punto di riferimento per ogni abitante di San Marino. Ho avuto la fortuna di giocare con lui per qualche tratto in nazionale maggiore, e per me è un numero uno indiscusso. Anche Matteo Vitaioli, che gioca nel ruolo mio e ricordo che da bambino mi piaceva molto. Ora siamo compagni di squadra".

Quali i suoi obiettivi personali per il futuro? "Quest'anno, se tutto va bene, puntiamo a vincere il campionato col mio club (Pietracuta, ndr) dopo che di solito giocavamo per la salvezza. Io spero di poter fare abbastanza gol da portare la mia squadra alla vittoria".

Ci racconta del legame profondo tra lo stato di San Marino e la sua selezione? "Noi tutti facciamo molti sacrifici per giocare in nazionale. Tutti lavorano, molti anche in fabbrica: a volte i datori non sono sempre propensi a lasciarci andare via, e si creano un po' di casini che per un giocatore che punta alla nazionale significa non andare perché a lavoro non vogliono. Il legame è profondo, quando scendi in campo dai tutto proprio per questi mille sacrifici che stanno dietro".

Anche lei quindi porta avanti il doppio impegno? "Sì, ho iniziato da poco a lavorare. Prima studiavo e ho fatto qualche lavoretto part-time, per poter portare avanti il calcio. Adesso però rientro pure io in questa categoria".

C'è un avversario che mai si sarebbe sognato di sfidare? "Contro il Belgio ero in panchina, ma potermi solo congratulare e dare la mano, sentirsi dire bravi anche se hai perso, è una vera emozione da parte del Belgio. Poi c'è Kurtic del Parma, che abbiamo affrontato in amichevole qualche giorno fa con la Slovenia: ci ha detto delle cose, e già quando esordii in nazionale, sempre contro di loro, mi fece conoscere Handanovic e Ilicic, regalandomi la maglia. Cinque anni dopo è stato bellissimo sentirgli dire certe cose".

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Fabio Tomassini, centrocampista San Marino, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini © registrazione di TMW Radio