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Sudtirol, Vecchi: "Facciamo le cose per bene, proveremo ad arrivare in Serie B"
02 lug 2020 19:00Calcio
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Stefano Vecchi, allenatore del Sudtirol, parla a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Ci stiamo preparando, essendo arrivati quarti abbiamo saltato il primo turno dei playoff con un po' più di tempo a disposizione, ma questo vale anche per la Triestina. Stiamo facendo le cose come si deve, la società ci ha messo a disposizione quello che serve e il gruppo lavora. Stiamo abbastanza bene".

Che ne pensa dei playoff volontari? "Noi avremmo saltato comunque il primo turno, anche se nel nostro girone Piacenza e Modena hanno rinunciato. La scelta è loro, quest'anno partecipare ai playoff comportava spese economiche importanti, contratti da rivalutare e aspetti medici vari. La gran parte delle società comunque partecipa, ed è giusto, al di là che uno ambisca a vincere o meno, visto che si fa parte di un contesto di lega. Le nostre ambizioni sono serie: vogliamo essere la mina vagante, la mia società fa parte del gioco e rimane fino in fondo".

Vi sentite maturi per la B? "Qui ci sono arrivati vicini diverse volte, la prima volta sette anni fa con me in panchina. Quindi l'anno successivo la finale persa, e poi negli ultimi anni altre partecipazioni fino alle semifinali. Ci proviamo, contro certe realtà di grande tradizione non è facile, anche se siamo arrivati davanti ad alcune di loro. Facendo le cose per bene, il Sudtirol ci prova ogni anno: c'è un centro sportivo che permette di lavorare bene, tra qualche mese ci sarà anche lo stadio nuovo, ristrutturato. A piccoli passi la società costruisce squadre sempre più competitive: ci si deve proporre, se non sarà quest'anno prima o poi giocheremo per andare in Serie B".

Questa squadra è la sua isola felice. "Abbiamo potenzialità per lavorare bene, giocatori di una certa età abbinati a giovani di buonissima qualità. In questa società si lavora bene, ma qualche problema c'è sempre, visto che anche qua allenatori sono stati cacciati. Però si lavora bene, e quando sono potuto tornare ho colto al volo l'opportunità, piuttosto che andare in altri ambienti, magari anche più ambiziosi, a parole".

Fortuna che l'Europeo sia stato rinviato? "Abbiamo un commissario tecnico come Mancini che sa come valorizzare al meglio i giovani. Stamattina ho sentito Zaniolo, gli ho fatto gli auguri, e so che scalpita, vuole rientrare prima possibile: conoscendolo, è già pronto. Anche perché lui non è uno che si gestisce, ma va, con la sua prepotenza fisica. Giusto che ascolti anche chi ha più esperienza".

Crede che il tema giovani sarà all'ordine del giorno nel rilancio del calcio italiano? "Deve essere così. Credo che ci siano gruppi di ragazzi dal '97 al 2002 che si stiano affacciando alla Serie A, trovando dello spazio maggiore rispetto agli altri anni. Io ho potuto lavorare in una società importante come l'Inter, che ha sempre avuto ragazzi interessanti, e i passi fatti nella Primavera, col girone d'élite, siano serviti a far crescere i ragazzi. I discorsi delle squadre U23 potrebbe facilitare quelli che rischiano un po' di perdersi tra le varie categorie. In Italia però spesso si finisce con dei compromessi che non aiutano nessuno, e questo vale per il calcio che altro. Ieri sera vedevo Barrow, Kulusevski, Carboni del Cagliari... Ma penso anche a Esposito, Zaniolo, Pinamonti che ha fatto gol con la Juve. Abbiamo tanti ragazzi che si affacciano al grande calcio: ultimamente si è lavorato bene, ma non è mai abbastanza".

Che ne pensa delle squadre U23? "Solo la Juventus non basta. Bravi a farla, con neanche poca fatica in questi primi anni: ora hanno capito cosa serve e si stanno strutturando per una squadra più competitiva. La Coppa Italia non è un fuoco di paglia: la Juve U23 cercherà di essere nei playoff. Il discorso l'ho vissuto con mano all'Inter, e per le regole imposte era complicato proporre una seconda squadra. Non è un caso che nei primi due anni abbiano faticato tanto, dovendo attingere anche a giocatori over. Ora però ci sono dei giovani che riescono ad esordire anche in prima squadra: le seconde squadre sono utili ma devono essere facilitate dalle regole, non ostacolate".

Si parla di Pirlo sulla panchina della Juventus U23. Che ne pensa? "Per me è stato tra i giocatori più forti di tutti i tempi, straordinario. Incideva molto di più dei vari Messi, Ronaldo e compagnia bella dei top. Fare l'allenatore è un altro lavoro, partire già da questo livello per lui non sarà semplice, ma sarà messo alla prova. Voglio elogiare ad esempio uno come Montero, che per me ha fatto bene alla Sambenedettese: onorevole ed ammirevole che si mettano in gioco con la gavetta".

Perché secondo lei Pinamonti ancora non è esploso? "Sta facendo bene, svolge la sua porta. Attaccante e difensore centrale sono ruoli in cui sono richieste fisicità, malizia, esperienza... Non è un caso che i grandi bomber abbiano una certa età. Certe qualità te le costruisci nel tempo, e già il fatto che si stia ritagliando spazi importanti in Serie A fa sì che prima o poi arriverà anche in doppia cifra".

Nella sua panchina europea con l'Inter segnò Van Dijk per il Southampton. "Era già considerato un giocatore top, infatti andò al Liverpool per un sacco di soldi. Fece gol e colpì una traversa: ridendo e scherzando, quando l'abbiamo visto entrare in campo pensavamo che per marcarlo sulle palle inattive dovevamo metterci uno sopra l'altro. Eppure l'Inter aveva giocatori strutturati. Impressionante, è un gigante. In quel Southampton c'era anche Tadic, altro giocatore che ha fatto molto bene: era una buona squadra".

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