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A TMW Radio, durante Maracanà, è arrivato il momento del direttore Mario Sconcerti. Ecco le sue parole:
Cosa si può fare per riportare il calcio italiano a competere a livello europeo?
"Abbiamo un mistero da risolvere. I settori giovanili sono curati, che chi lo fa bene, chi meno. Non so cosa faccia pensare che i settori giovanili non siano curati. Quello che manca è la parte prima, il reclutamento dei settori giovanili. Oggi ci sono le scuole calcio che sono solo un business, ma per i ragazzi significano veramente poco. Nelle scuole calcio non si può cercare il talento, perché pagando una retta giocano tutti lo stesso tempo. Non gioca chi gioca maglio ma chi paga. Lo sport però non è democrazia ma talento, mentre per il business si sacrifica questo. Nel 2006 col titolo Mondiale si chiuse una straordinaria generazione di talenti. Avevamo Totti, Del Piero, De Rossi, Cannavaro, Buffon, cosa che non abbiamo più avuto. E' un problema il perché non nascano più campioni. Si sono modificate le condizioni di vita nelle città. Non ci sono le strade dove giocare ma neanche i parchi. E poi pesa la differenza di ricchezza. E poi oggi il calcio è lusso e non siamo più in grado di attirare i giocatori. Oggi solo a prezzi enormi che destabilizzano nel nostre società, vedi Juve e Inter, puoi permetterti certi giocatori. Stiamo rincorrendo una regolarità che non troviamo più".
Atalanta, la proprietà passerà di mano a un fondo americano:
"L'Atalanta è una società che certamente ti darà dei guadagni. E' un colpo da fuoriclasse di Percassi. 350 milioni per l'Atalanta è un prezzo enorme, se pensiamo che la Roma due anni fa fu venduta a 199, anche se con tanti debiti. Percassi è un signor imprenditore e rimarrà giustamente il Ceo, vista la sua esperienza. Può aumentare la forza economica del club? All'inizio sì, ma un fondo deve guadagnare".
