
... di Marco Piccari
Certi momenti segnano una stagione. Certi momenti sono il confine tra quello che era e quello che può diventare o non diventare. E chissà, magari, l'undicesima giornata per due allenatori e due squadre potrebbe essere stata la linea di demarcazione per il futuro. Di chi sto parlando ? Allegri e Sarri due tecnici diversi e lontani. Partiamo dal primo l'allenatore più titolato e pagato del nostro campionato. Dopo due anni di assenza torna al timone della Juve e dopo 11 giornate il bilancio è molto negativo. La sua squadra è lontano dalla vetta con un cammino preoccupante. Contro il Verona incassa la seconda sconfitta consecutiva e gli stop ora sono 4. Che succede? Allegri nell'ultima partita getta il cappotto come sei anni fa, prima della partenza di questo campionato voleva Pjanic un protagonista del passato e poi si aggrappa alla difesa come ha sempre fatto negli anni di Juve vincente e sempre come il passato manca la qualità nella costruzione offensiva così la squadra vive di invenzione dei singoli come è sempre stato. Una voglia di passato, ma il tempo passa e le cose cambiano. In questi due anni senza Max qualcosa è successo.
Ad esempio: l'Atalanta in Europa propone calcio aggressivo e offensivo, mister Pioli nonostante le emergenze ha costruito il Milan con qualità e idee propositive, gli allenatori delle cosiddette piccole affrontano le big a petto in fuori venendo a prenderti senza più aspettare, vedi Empoli, Sassuolo e Verona, per concludere l'Italia di Mancini ha vinto l'Europeo con i giovani e proponendo un 4-3-3 con l'idea di fare la partita. A questo proposito ricordiamo anche Chiesa e Locatelli protagonisti all'Europeo, mentre oggi nella Juve, considerando le problematiche di turno, annaspano e faticano anche trovare posto. Un calcio che sta cambiando, meno quello di Allegri che rimane aggrappato ai soliti concetti: solidità difensiva, grinta e calma. Forse un po' poco.
Come dicevo in partenza, nel calcio, come nella vita, ci sono i momenti e Verona potrebbe aver determinato un punto importante nella stagione di Allegri è ora che Max trovi un vestito tattico più affascinate e moderno per la Juve anche con questo gruppo, perchè c'è chi fa meglio con qualità inferiore. E' ora di mettere in soffitta il corto muso, il tempo passa.
Chi invece nella giornata può aver trovato un punto di partenza è Sarri. Dopo due sconfitte esterne bruttissime con Bologna e Verona l'ex tecnico della Juve sembra aver imboccato la strada giusta. Contro l'Atalanta, una grande del campionato, si è vista la squadra e l'idea di Sarri. 4-3-3 compatto, condizione fisica, pressing e personalità. Una partita che ha dato la sensazione di una Lazio più vicina al suo tecnico e giocatori più dentro l'idea di calcio di Maurizio. In mezzo al campo le note più importanti. Luis Alberto ha messo la qualità al sevizio della squadra correndo e duellando, mentre ha brillato Cataldi, velocità di pensiero, verticalizzazione e sostanza lui si è preso il centrocampo e Sarri ha trovato il regista.
Certi momenti segnano il cammino, nell'ultima giornata la Lazio di Sarri da segnali di partenza, il calcio del tecnico ha gettato il seme, mentre la Juve di Allegri è ferma, il calcio di Max lancia segnali di un passato troppo lontano e diverso.
Certi momenti segnano quello che può diventare e quello che non può tornare.