
L'allenatore Giuseppe Sannino, reduce dall'avventura sulla panchina dell'Al-Ittihad in Libia, ha così parlato a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Come esperienza è stata importantissima e affascinante, in questi 5 mesi sono stato sì in Libia ma anche in Tunisia, Egitto, Nigeria. In campionato eravamo primi, senza mai perdere. Vogliono rifarsi e ricominciare dopo la guerra, mi hanno accolto nel miglior modo possibile. Con questo virus che continuava a girare, quando sei lontano da casa hai sempre timore che possa succedere qualcosa. Sono stato in posti incredibili dell'Africa e non è successo nulla, torno in Italia e prendo il virus. Adesso che sto bene, la mia testa è sempre a ricominciare". Lei si è dimesso più volte. "Nella mia carriera sono stato esonerato tre volte, massimo quattro. Il resto sono sempre andato via per mia scelta, lasciando anche lo stipendio. Nel nostro ruolo bisogna essere liberi di potersi esprimere. Spesso poi mi sono dimesso con la squadra che era nei primi posti o in lotta per gli obiettivi, mai in fondo".
Una fotografia sulla nostra Serie A? "Mi interessa vedere la Juventus. Come tutti, per capire. L'Inter mi sembra che abbia fatto due innesti ma poteva pure non prendere niente: già avevano una squadra fortissima. Da lontano poi vedo un Napoli che ha perso qualcosa nel percorso e il Milan che sta facendo un campionato straordinari. Quindi l'Atalanta, che non è più una sorpresa. Sarebbe bellissimo se una società così riuscisse a vincere lo Scudetto. E poi ho visto la questione della Fiorentina... Voglio spendere una parola per il presidente: a Vlahovic ha fatto delle proposte ma gli è sempre stato detto di no. Purtroppo il calcio è cambiato. E quindi la Roma, per cui le aspettative sono tutte su Mourinho. Se devo citare qualche bella sorpresa direi poi il Torino o il Verona...".
Si aspettava un Simone Bastoni così? "Certo. L'ho allenato a Novara ed ha una grande intelligenza, mi aspettavo arrivasse in Serie A per la duttilità che ha".
Luiz Felipe è cresciuto? "Quando era con me a Salerno, andai contro tutti gli scettici. Si mise subito a disposizione perché voleva imparare in fretta. Ricordo che quando parlavo con Lotito gli dicevo che lei era fortunato ad avere due giocatori come Luiz Felipe e Mantovani, oggi all'Alessandria. Andai via dalla Salernitana, a Trieste: giocammo in amichevole con la Lazio e parlai di lui con Simone Inzaghi, che voleva farlo crescere altrove. Invece lo tenne, lo mise una volta in coppa e da lì non uscì più. Sono felice sia andata così, mi auguro che ora possa rimanere qui in Italia, dove ha iniziato anche un percorso per la nazionale".
Che rapporto ha avuto con Zamparini? "Nell'anno in cui passai a Palermo, cambiò cinque allenatori. Con lui ho sempre avuto un rapporto franco, con confronti pure accesi: parliamo di una persona che di calcio ne sapeva, eccome. Era giusto ascoltarlo. Mi è dispiaciuto molto che non sia più con noi e anche per quanto è successo a suo figlio".
Darebbe un consiglio a Dybala? "Vorrei solo vederlo felice, spero che faccia la miglior scelta per lui. Se poi rimanesse in Italia, ancora meglio".
Nel suo futuro cosa vede? "So solo che sono venuto via quindici giorni fa e sono dovuto rimanere in quarantena. Ora ho la testa proiettata a nuove avventure, se ne avrò la possibilità. Vorrei finalmente poter gioire alla fine per qualcosa che ho costruito. Sono fiducioso".