
L'ex difensore Sergio Porrini, vice-allenatore dell'Albania, ha parlato in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. L'intervista comincia dalla finale della Coppa Italia di ieri sera: "Logico che ieri l'Atalanta partisse favorita, per quello che ha fatto nelle ultime partite di campionato e per le prestazioni altalenanti e spesso negative della Juventus. Però una finale va al di fuori delle logiche di un campionato, subentrano tantissime altre situazioni, anche il fatto che la Juve sia stata punta nell'orgoglio e che abbia messo in campo una prova di livello e di rabbia agonistica. Gasperini non ha alzato trofei, ma per me è come se avesse la bacheca piena, visto dove ha portato l'Atalanta. Vincere sarebbe la ciliegina sulla torta, su una carriera eccezionale. I suoi 5 anni dell'Atalanta valgono più di cinque Scudetti vinti dalla Juve, per esempio".
Gli manca l'ultimo passo mentale? "Tutti abbiamo sotto gli occhi il lavoro della società e di Gasperini, rimanendone estasiati. Nessuno si aspettava che raggiungessero questi traguardi. Poi arrivi in Champions, dimostri di potertela giocare contro grandissime squadre: logico che le aspettative aumentino, ma non ci si deve dimenticare da dove sono partiti. Bellissimo sognare ma partendo dal presupposto di cos'erano e degli obiettivi di inizio anno, anche se ci hanno fatto venire l'acquolina in bocca. Solo grandi meriti".
Lei, quando ci lavorava, aveva il sentore che stessero mettendo certi mattoncini? "Il ritorno di Antonio Percassi alla presidenza del club ha portato grandissima professionalità. Si sapeva che la società avrebbe riportato il settore giovanile ai fasti cui eravamo abituati, chi ha vissuto come me quel periodo sa che la gente di Bergamo fosse consapevole del fatto che l'arrivo di Percassi avrebbe fatto crescere sotto ogni punti, partendo dalle strutture. Poi è Gasperini l'artefice di tutto quanto: è la mia opinione, ma nessun altro allenatore sarebbe stato in grado di raggiungere quei risultati. Si pensava ad una crescita, ma la Champions League e le finali di Coppa Italia vanno oltre ogni aspettativa e sono grazie al loro grandissimo allenatore".
Che ne pensa del lavoro di Pirlo alla Juventus? "Sinceramente ho visto sempre la stessa Juve nell'arco dell'anno: ottime prestazioni, con la sensazione che l'allenatore avesse capito un po' tutto e tutti, sempre seguite da prove negative. Una stagione altalenante dal primo all'ultimo giorno. Vero, hanno vinto la Coppa Italia convincendo ma appena due domeniche fa hanno perso 0-3 col Milan in maniera opaca. Per me non è cresciuta".
Sbagliato immaginarsi un'Atalanta al 150% contro il Milan? "No, sono convinto che giocando a Bergamo, anche se senza pubblico, scenderanno in campo come se fosse una finale: il 2° posto entrerebbe nella storia. Per un club come l'Atalanta, che si è creata un percorso continuo di crescita, sarebbe l'apice del quinquennio. Vorranno dimostrare che meritano di essere secondi, per loro è come se fosse uno scontro diretto, se perdono è il Milan che arriva secondo".
Gli è mancato solo il vice-Ibrahimovic? "Quello che hanno fatto vedere a cavallo tra le due stagioni sia stato al di sopra rispetto a quanto potesse offrire la rosa: merito di allenatore e giocatori, ma anche di una circostanza che ha allontanato il pubblico dagli stadi e tolto pressione dal Milan. Quando questa è tornata, con l'obiettivo Champions, sono tornate le prestazioni negative".
Quale la maggior delusione del campionato? "Cagliari e Torino. I granata perché hanno una rosa per quel tipo di campionato e i sardi che addirittura avevano allestito una squadra sperando nell'Europa. L'hanno scampata perché le candidate a retrocedere hanno fatto quello che ci si aspettava".
Il Padova si gioca la Serie B ai playoff. "Diventa difficile. Quando stai quasi tutto l'anno in testa, sembra quasi che domini, e poi alla fine non riesci a vincerlo, andando poi al playoff, di solito fai fatica a raggiungere la promozione perché subentra la delusione e il dispendio di energie profuso nell'anno. Anche a me capitò, lo vedo pure oggi in Serie B con le difficoltà di Monza e Lecce contro Cittadella e Venezia che le sono arrivate dietro".