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OSA Seattle, Pezzano: "La nostra storia legata alla Fiorentina. Complimenti, Italia"
31 lug 2020 23:20Calcio
© foto di Imago/Image Sport

Giuseppe Pezzano, imprenditore e mente dietro i meeting statunitensi di calcio femminile all'OSA Group Seattle, è intervenuto a Tutto Calcio Femminile su TMW Radio: "La mia storia è iniziata nel 2013, quando capii che il calcio femminile avrebbe avuto grandi potenzialità. Qui in America sappiamo essere considerato alla pari al calcio maschile, e quasi per gioco iniziai a portare delle ragazze qui negli States: la prima fu Alessandra Nencioni, che ora è in Serie A dopo aver vinto il campionato con il Napoli. In quell'epoca ero impegnato molto col maschile, con il Montreal di Saputo in MLS, ma col femminile non avevo provato, e le dissi che mi interessava. Chiamai Cincotta, allenatore della Fiorentina, e portammo ragazze del calibro di Guagni, Rinaldi e Capelli: un'avventura incredibile. Ho rapporti molto stretti con la Fiorentina, ancora oggi, e convinsi l'allora ad Mencucci e il professor Vergine ad insistere con il presidente Cognigni sulla necessità di iniziare un percorso, e la cosa ci ha dato ragione: dalla Fiorentina poi è partito tutto".

Cosa c'è in più rispetto all'Italia? "Intanto una storia: i percorsi con quello maschile di fatto sono iniziati insieme, e nelle academy si vedono ragazze e ragazzi insieme. In Italia fino a poco tempo fa non succedeva, ora vedo che le cose stanno cambiando. Un giorno magari potremo avvicinarci, ma ad oggi è una questione di numeri e statistiche, perché in quanto a potenzialità l'Italia non ha nulla da invidiare. Serve insistere un po' nell'organizzazione".

Quanto inciderà la pandemia sul calcio femminile negli USA? "La situazione qui purtroppo non è semplice, non me la sarei mai aspettata una potenza del genere che si ritrova così a terra. Difficile fare previsioni, ci sono tentativi di ripresa, invece mi complimento con l'organizzazione, anche della FIGC, perché è stato fatto un gran lavoro. Giusto che la critica avvenga prima possibile. Ci sono ovviamente delle priorità, e basta pensare ai diritti tv. Ma serve anche iniziare a vedere il calcio femminile con un'altra ottica. Prima è stato quasi snobbato e messo da parte, poi però esaltato un po' troppo... Non è giusto questo. Facile mettere a livello di marketing una ragazza, ma mi sarei aspettato anche una struttura, con dirigenti che conoscano il calcio femminile e mirino a farlo diventare professionale, se non professionistico. Sarà complesso arrivare ai salari di un Messi e un Ronaldo, non servono i paragoni, basta la correttezza. Se vogliamo competere a livello mondiale, è una necessità assoluta, altrimenti, come successo con Alia, dovremo salutare le nostre campionesse".

Servirà una tutela anche per la base? "Assolutamente sì. Invito un po' tutti, se si ripartirà e speriamo anche nel modo più veloce possibile, a investire e guardare con attenzione alle femminili, è un valore che uno si ritroverà nel futuro".

Natalie Portman si è prefissata di dirigere una squadra femminile. C'è bisogno di VIP anche in Italia coinvolto? "Portai Hope Solo a Firenze, dal professor Vergine a Firenze, e questa è una delle prime iniziative. Vedrete che Fiorentina e Juventus andranno in questa direzione".

Quali i prossimi progetti? "Abbiamo avuto Di Vaio, per conto di Saputo, e mi auguro di riuscire a supportare ancora questo ponte tra Italia e America, affinché avvengano altre storie del genere, di supporto al calcio femminile. Mi auguro ci siano tanti Saputo e Commisso che possano acquistare i nostri club di calcio".

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