
Inter-Fiorentina Bonaventura 56' (F)
Inzaghi voleva risposte, e queste sono arrivate. Ma non stuzzicano il palato del tecnico piacentino, che ha San Siro fa fronte alla decima sconfitta in campionato della sua Inter che si piega ad una Fiorentina corsara a cui basta un semplice 1-0 per lanciare un segnale importante in campionato. Il momento di forma della Viola è stratosferico, i ragazzi di Italiano si confermano i più in forma del campionato, vogliosa di fare calcio senza preoccuparsi della forza dell’avversario. Quella forza che però l’Inter non riesce a mostrare, dato che l’unica cosa che si evidenzia è la mancanza di concentrazione degli undici in campo viste le numerose occasioni sprecate, che certifica una squadra che non riesce a curare i mali interni, con il rischio che la stagione attuale assuma dei contorni pericolosamente spaventosi. La fase di studio del match dura pochissimo perché le squadre cominciano ad aumentare i giri dopo appena dieci minuti. Il primo squillo è dei padroni di casa su calcio d’angolo con Gosens che di testa non riesce però a centrare lo specchio della porta. La Fiorentina non sta a guardare e si affida alle fasce, specialmente quella sinistra dove al 13’ Biraghi mette in mezzo un pallone delicato per Castrovilli che di prima intenzione calcia in diagonale ma Onana è attento e salva il risultato. E’ l’azione che infonde coraggio agli ospiti, che col passare dei minuti prendono più controllo del campo al netto di un Inter che invece aspetta con tutti gli effettivi dietro la linea della palla per poi ripartire, come al 23’ quando Mkhitaryan recupera palla per ripartire sulla destra ed arrivare dalle parti di Terracciano dove invece di servire Lukaku al centro decide di fare l’egoista tirando prima sui piedi del portiere viola, per poi tentare un’improbabile rovesciata sulla ribattuta ma col pallone che termina sul fondo. E’ l’episodio che però infonde coraggio all’Inter che alza la pressione e porta la Viola ad arretrare, ma i nerazzurri non ne approfittano, specialmente Lukaku che dà inizio al festival delle polveri bagnate: al 24’ non riesce ad arrivare sul pallone messo in mezzo da Dumfries, deja vu anche all’27’ quando il belga è troppo lento a concludere facendosi così recuperare, e infine al 32’ quando il suo sinistro termina sul fondo da posizione dopo aver attaccato lo spazio con la giusta cattiveria. Italiano richiama i suoi e chiede di alzare la linea per evitare che l’Inter si avvicini più del dovuto. Vengono anche sfruttati i lanci lunghi di Terracciano, specie al 37’ quando Cabral spizza un pallone su cui si avventa in profondità Saponara che sul più bello si vede deviare la sua conclusione da Darmian, con il pallone che arriva dalle parti di Ikonè che clamorosamente cicca il tap in vincente. Il divertimento però non manca, con il leit motiv confermato anche nella ripresa dove le squadre non mollano. Pronti via ed è subito occasione Inter con Gosens che però spara alto, e poi con Castrovilli che sfiora l’eurogol con un tiro a giro dalla sinistra che fa la barba al palo. Ma il clamoroso avviene al 53’ quando Lukaku conferma il suo momento no quando cicca clamorosamente un pallone messo in mezzo da Bastoni che doveva essere appoggiato in rete. E la più classica delle leggi del calcio si materializza, dato che pochi minuti dopo arriva il gol della Fiorentina a firma di Bonaventura: calcio d’angolo dalla destra su cui si avventa Cabral, para Onana ma sulla ribattuta il numero 5 della Viola è lesto a ribattere in rete. Nonostante lo schiaffone l’Inter non si disunisce e va avanti senza rabbia frenetica alla ricerca del pareggio, ma anche la cattiva sorte si mette in mezzo dato che al 59’ Barella centra in pieno la traversa. Inzaghi tenta la scossa inserendo Lautaro, De Vrij e Bellanova per Correa, Bastoni e Gosens, Italiano risponde con Amrabat al posto di Castrovilli e Sottil per Saponara. Anche Terracciano decide di salire in cattedra compiendo un miracolo su Bellanova al 74’, una parata che comincia a demoralizzare la squadra di Inzaghi tentando il tutto per tutto con Dzeko e Asllani per Mkhitaryan e Brozovic. Ma nulla cambia, anzi i titoli di coda arrivano inesorabili per un ‘Inter che esce sconfitta da quella che doveva essere la partita della ripresa, ma che invece risulta essere la discesa verso gli inferi.
BONAVENTURA – E ‘il classico collante tra centrocampo e attacco, si inserisce spesso e volentieri cercando di creare densità lì davanti. Un moto perpetuo nel confermare un’ottima prestazione condita con il gol che decide la partita. VOTO 7
CASTROVILLI – Da una mano alla linea difensiva e quando può si sgancia in avanti, creando pericoli alla retroguardia nerazzurra. La doppia fase funziona molto bene ma soprattutto conferma di essere tornato a livelli importanti. Servirà in vista del tour de force. VOTO 7
DODO’ – Eccolo finalmente! Spinge come di consueto, ma anche in fase difensiva ringhia come Italiano vuole. Sfrutta sempre al meglio gli spazi aperti da Ikonè, risultando una spina nel fianco per la retroguardia nerazzurra. VOTO 7
IKONE’ – Parte bene, finisce così e così. La catena di destra con Dodò funziona bene, ma oltre questo non riesce ad essere sorprendente, dato che oltre ad accentrarsi non fa molto altro. Si mangia un gol che dire facile è poco. VOTO 5.5
BARELLA – Il solito motorino che non si ferma un attimo, cerca sempre di dare scossoni fino alla fine e lì in mezzo dimostra che Inzaghi non possa fare a meno di lui. La sfortuna lo avvolge nella sua interezza, quella traversa ancora sta tremando: forse poteva dare nuova linfa all’Inter. Ma questo non lo sapremo mai. VOTO 6
LUKAKU – Ma veramente serve essere al 100% per segnare certi gol? L’impegno non manca ci mancherebbe, ma ne servirebbe molto di più lì davanti dove spreca tutte le occasioni possibili e immaginabili. E tutto questo si paga dato che invece la Fiorentina il gol poi riesce a trovarlo eccome. In questo modo rischia di entrare all’interno di un circolo vizioso mentale, sempre se non ci è già entrato, essere a servizio della squadra in questo modo non può assolutamente bastare. Polveri bagnate? No, è un vero e proprio tsunami. VOTO 3.5
CORREA – Desaparecido totale. Parte voglioso ma si spegne praticamente subito, risutando irritante con alcuni dribbling fini a sé stessi e badando più al fumo che all’arrosto. Se questa doeva essere la partita della rinascita, rischia di essere più un titolo di coda anticipato. VOTO 4
BASTONI – Vuole il rinnovo del contratto, e forse ci pensa un po' troppo dato che la prestazione non è così sfavillante. Serve un cioccolatino che ancora non capisce come Lukaku abbia potuto sbagliare, ma sul gol di Bonaventura si fa fregare troppo facilmente. VOTO 5
INZAGHI – Sarebbe troppo facile accusarlo per la scelta di Correa, l’Inter giocherà tante partite e bisogna ruotare gli interpreti. Semmai va analizzato il perché di una mancanza di concentrazione dei suoi ragazzi che non riescono ad essere concreti sotto porta, andando così a perdere fiducia. Manca tranquillità, e quella la può dare solo la guida tecnica. Ma deve fare presto perché 10 sconfitte sono troppe, e il futuro rischia di essere molto oscuro. VOTO 5
ITALIANO – Se la vuole giocare, e la vittoria gli dà assolutamente ragione. La Fiorentina tiene il baricentro alto, rischia in alcune situazioni, ma l’obiettivo è quello di soffocare l’avversario. Ci riesce e il giusto premio è l’ottava vittoria consecutiva in quel San Siro in cui la Viola non vinceva da ben otto anni. VOTO 7.5