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Napoli: LA TOP 5 DEI PROTAGONISTI TRICOLORI
04 mag 2023 22:38Calcio

di Alessandro Falzano

© foto di www.imagephotoagency.it

“Napoli torna campione”: la top 5 degli artefici del tricolore azzurro

Il Napoli è campione d’Italia. Dopo 33, lunghissimi anni la città partenopea torna a celebrare uno Scudetto che mancava dal bis , ‘87-’90, dell’era Maradona. Epoche diverse, protagonisti diversi, ma medesime, vibranti emozioni dentro i cuori e le anime dei tifosi azzurri, tornati sulla vetta più alta della Nazione grazie al connubio di idee e sentimenti perfettamente incarnati e messi in pratica da un gruppo in grado di esaltarsi nei momenti di euforia e compattarsi in quelli più complessi.
Lo stesso gruppo che ad inizio stagione aveva detto addio a tutti i propri leader, Insigne, Mertens e Koulibaly su tutti, e per questo retrocesso nelle gerarchie di partenza di questa Serie A, e che grazie alla peculiarità identitaria, alla perseveranza nella continua ricerca del miglioramento è riuscito a raggiungere questo traguardo che sembrava essere diventato quasi una maledizione in quella specifica area geografica.

 

Osimhen 9,5: Il primo posto di questa speciale classifica non poteva che essere occupato dall’attaccante nigeriano, terminale offensivo di una macchina che a più riprese nel corso di questa stagione è apparsa perfetta. La sua maschera, prima smarrita e poi personalizzata, è ormai diventata parte del bagaglio culturale della città, vestita a festa ormai da mesi. 22 gol e 4 assist con ancora cinque partite da giocare fanno di lui uno dei profili più appetibili e richiesti dell’intero panorama calcistico europeo. 

Kvaratskhelia 9: Non una, ma LA rivelazione del campionato. Doppia-doppia, per usare il gergo cestistico, messa a referto molto prima del termine della stagione, dato sintomo di una perfetta integrazione nei dettami tattici e tecnici di mister Spalletti. L’ingombrante ombra dell’ex capitano Insigne non ha mai rappresentato un fardello per questo ragazzo che a 22 anni ha conquistato in pochissimo tempo l’intera tifoseria, guadagnandosi anche l’ammirazione e la venerazione della stessa alla sua prima annata in uno dei top 5 campionati europei, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Kvaradona”. Sullo sfondo, ma neanche troppo a dire il vero, la figura di Cristiano Giuntoli, la cui intuizione di portarlo all’ombra del Vesuvio si è trasformata da lungimirante a geniale.

Lobotka 8,5: Il faro della squadra. Calciatore rivitalizzato, ispirato e messo nelle migliori condizioni da Luciano Spalletti. Passato in pochissimo tempo dall’essere un esubero a ricoprire un ruolo chiave nello scacchiere azzurro. Accelerazioni, decelerazioni, verticalizzazioni, imbucate, sono solamente alcune delle peculiarità del centrocampista proveniente dalla stessa terra di Marek Hamsik, uno che di storia napoletana se ne intende: la Slovacchia. 

Di Lorenzo 8: Titolare in tutti i match di campionato. Capitano dentro e fuori dal campo. Prezioso in entrambe le fasi grazie alle sue doti di corsa, abnegazione e qualità. Costante spina nel fianco degli avversari complice le frequentissime sovrapposizioni in zona offensiva. Molte delle manovre della squadra iniziano dai suoi piedi, permettendo così la concretizzazione dell’impostazione a tre con il conseguente avanzamento del terzino sinistro all’altezza della linea del centrocampo. Dopo l’Europeo vinto con la Nazionale un’altra grande soddisfazione personale.

Kim 8: Erede di Koulibaly arrivato in estate dalla Turchia sotto le mentite spoglie di semi-sconosciuto. Progressione, forza fisica, precisione di posizionamento, marcatura stretta, potremmo andare avanti per svariati minuti elencando i pregi del difensore coreano. Un vero e proprio muro protagonista anche negli ultimi mondiali con la maglia della sua Nazionale. L’ennesima scommessa vinta targata Cristiano Giuntoli. 


Luciano Spalletti 10: Doverosa menzione d’onore per il “deus ex machina” dello strepitoso cammino azzurro. Vincere uno Scudetto a Napoli è tutt’altro che semplice, è la storia a raccontarcelo, figuriamoci farlo con cinque giornate d’anticipo. Il tecnico di Certaldo è riuscito a coronare il sogno di un popolo intero, lì dove solo il più grande era riuscito a raggiungere l’alloro massimo. 
Un trionfo che corona una carriera troppo spesso sottovalutata, un cammino iniziato con il doppio salto compiuto ad Empoli, riportando il club toscano in Serie A partendo dalla C1, proseguito con i successi alla guida di Roma, dove per più di una volta è andato vicino al tricolore, mettendo a referto anche il record di punti in un singolo campionato della storia giallorossa, e Zenit, e arricchito dalla conquista di un’insperata qualificazione in Champions League con Udinese e Inter, reduce da annate disastrose e assente da 6 stagioni dalla maggiore competizione continentale.
Una rivincita personale per l’allenatore toscano che restando fedele ai propri diktat, alle proprie convinzioni convertite in idee di calcio propositivo ha compiuto una delle imprese più memorabili dell’epoca calcistica moderna.

TMWRADIO Redazione