Di Lucio Marinucci

Finisce tra gli applausi il mondiale di Marocco e Croazia, con quest’ultima premiata con il bronzo, ma uscita a testa alta quanto la nazionale di Regragui. Una sfida di quantità e qualità, in cui il livello si è dimostrato tanto alto quanto equilibrato. È stata, verosimilmente, anche l’ultima apparizione in una Coppa del Mondo di Luka Modrić, che fino all’ultimo ha illuminato la scena con la sua classe. Pure oggi è stato il primo nella sua Croazia per tocchi di palla (83) e uno dei migliori per percentuale di precisione nei passaggi (92,5%). Numeri impressionanti per un giovincello di trentasette anni, che in queste condizioni potrebbe prolungare la sua esperienza con la Nazionale fino all’Europeo in Germania del 2024. Parlando di centrocampisti è però doveroso spendere ulteriori elogi anche per Sofyan Amrabat, degnissimo ambasciatore per la Serie A in Qatar. Iconici gli ultimi minuti, nei quali ha giocato per emergenza come difensore centrale, dimostrando ancora una volta uno spirito di sacrificio e un’applicazione ben oltre la media. Più della prestazione odierna va sottolineata la continuità di tutta la rassegna iridata, nella quale il tuttocampista della Fiorentina si è messo in mostra anche per i club esteri. Del resto se uno come Klopp ci ha messo gli occhi addosso un motivo ci sarà. Lui, se il Marocco dovesse confermarsi, nel 2026 ci sarà, nel tentativo di portare il calcio africano ancora più in alto di quanto già non abbia fatto.