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Miranchuk affossa Italiano, Toro colpo grosso al Franchi. Demba Seck è imprendibile
21 gen 2023 22:50Calcio
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Quest’anno è forte la tua Fiorentina. Parole e musica di Enzo Ghinazzi - in arte Pupo - che non possono andar bene per la squadra di Italiano. Se un tempo erano guai a parlar male di Antognoni, oggi non si possono certamente tessere Iodi per gli attaccanti viola, tutti ampiamente sotto la sufficienza. Molto bene il Torino, a cui non riusciva il colpo grosso al Franchi dall’ottobre del 1976. Merito di Juric, che fa scacco matto al collega con Demba Seck nella posizione di centravanti atipico. Al resto ha pensato Miranchuk con un sinistro alle foglie morte che beffa Terraciano e manda in crisi la squadra di casa.

IL PRIMO TEMPO

Dopo dodici minuti, il Torino trova il gol con uno scatenato Demba Seck. Il 23 granata sfonda la rete della porta di Terraciano, ma la gioia del primo gol gli viene negata dal fischio di Dionisi. Giusta la segnalazione dell’arbitro che ravvisa posizione di fuorigioco. Dopo dieci minuti è la traversa a salvare la Fiorentina da un’altra conclusione di Seck ben servito da Ricci. L’ivoriano è scatenato, i continui tagli alle spalle dei centrali fanno venire il mal di testa a Milenkovic e Igor. Il Torino domina e trova il meritato vantaggio con Miranchuk. Amrabat, l’uomo che non ti aspetti, sbaglia un cambio di gioco e serve involontariamente Vojvoda. Il kosovaro è lesto nel vedere l’inserimento di Miranchuk e lo serve in corsa. La conclusione dell’ex atalantino - un tiro a giro potente e preciso - beffa Terraciano e manda in estasi Juric. La Fiorentina è tutta nei rimpianti di Italiano e nei fischi del pubblico di casa. 

IL SECONDO TEMPO

La Fiorentina rientra in campo con Terzic per l’acciaccato Biraghi. Italiano rinforza l’attacco con l’artiglieria pesante: Jovic e Nico Gonzalez prendono il posto degli “Ei furono intoccabili” Amrabat e Saponara. È una mossa che sembra mutare l’atteggiamento della Fiorentina, disposta a svestire i panni della docile Cenerentola per indossare quelli di un torero disposto a scendere in corrida. Si tratta, in realtà, di sola apparenza. Smaltita la furia iniziale con un tiro di Bonaventura prontamente deviato sulla traversa da un attento Milinkovic Savic, la Fiorentina si slega e si lascia persuadere dalla fretta nelle giocate.
Gli ulteriori ingressi di Barak e Bianco - per Duncan e Bonaventura - incrementano ulteriormente il potenziale offensivo per produrre il massimo sforzo. Purtroppo per Italiano, la sua Fiorentina somiglia ad un gruppo di artisti del Rinascimento. Ognuno sembra voler risolvere la contesa con la giocata più bella. Ne viene fuori poca collaborazione tra gli attaccanti in campo e l’unico pericolo corso da Milinkovic Savic è nel rasoterra di Barak che lo stesso portiere serbo devìa col piedone. Il fischio di Dionisi non spegne quelli del pubblico del Franchi. 

TOP

Demba Seck non concede punti di riferimento ai marcatori viola. Il suo continuo svariare su tutto il fronte offensivo è l’arma in più di Juric, il coniglio sapientemente estratto dal cilindro al momento giusto.
Miranchuk è l’uomo dei gol pesanti, il sinistro è fatato, benedetto dalla Provvidenza. Ha un solo pallone giocabile, come Re Mida lo trasforma in oro.
Bonaventura è l’uomo in più della Fiorentina. La manovra viola passa dai suoi piedi e dalle sue idee. Nonostante un naso gonfio come quello di Rocky Balboa dopo l’incontro con Ivan Drago, non si risparmia neanche per un istante.

FLOP

Kouamé è fumoso, corre a vuoto, i compagni non comprendono dove e quando servirlo. 
Ikoné vaga per il campo senza una meta. Fuori posizione, fuori schema, insomma fuori partita. 
Jovic è un pesce fuor d’acqua. La sua vita calciastica può essere racchiusa in tre fiumi. Il suo talento è rimasto imprigionato in riva al Meno di Francoforte. Sulle rive del Manzanarre, il suo talento avrebbe dovuto definitivamente sbocciare, invece gli toccherà risciacquarsi i panni in Arno per ritrovare lo smalto perduto e il fiuto ovattato. L’anosmia da gol sta diventando cronica. 

L’ARBITRO

La prestazione di Dionisi è più che sufficiente. Non ci sono episodi dubbi. Il suo modo di arbitrare non sarà all’inglese ma è attento nell’evitare inutili interruzioni e a lasciar correre quando serve.

di Raffaele Garinella 

TMWRADIO Redazione