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Maspero: "Lecce inesperto, almeno il Torino si è salvato. Fiorentina, vola basso"
28 lug 2020 20:55Calcio
© foto di Jacopo Duranti/tuttolegapro.com

L'allenatore Riccardo Maspero si è collegato in diretta con TMW Radio, intervenendo nel corso della trasmissione Stadio Aperto, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Dimitri Conti. Le sue riflessioni iniziano dai guai economici della C: "Purtroppo è un gran problema, la Serie C non ha grandi sovvenzioni o introiti: si cerca di andare avanti facendo il meglio ma è difficile, anche perché gli interessi della società li sanno i presidenti: l'idea mia è, se si vogliono far giocare i giovani, bisogna togliere gli over. Si dice tanto di volerci puntare, poi se le cose vanno male i giovani sono i primi ad uscire. Altrimenti è difficile fare subito risultato coi ragazzi, bisogna dargli il tempo di sbagliare. Con la Giana è andata così, e vale per tante altre squadre".

La Serie C sembra aver perso la sua identità. Giusto? "Sì, manca quel cuscinetto che c'era: da una Beretti si passa subito alla C, anche perché Serie B e A sono categorie importanti, è calcio vero. Ripeto: i giovani devono avere l'opportunità di sbagliare, perché così si impara".

La Reggiana è tornata in Serie B. "Mi ha fatto piacere, ho fatto i complimenti a mister Alvini, se li merita: è preparato, lavora e vuole un calcio propositivo. Anche il Bari avrebbe meritato, ma per fortuna ci è riuscita la Reggiana. Non posso dimenticarmi di loro, sono un tifoso".

Quale tra le quattro promosse (Reggiana, Monza, Vicenza e Reggina) potrà fare meglio in B? "Tranne la Reggiana, le altre hanno proprietà importanti economicamente, capaci di fare la differenza anche in Serie B e fare il mercato che gli pare. Sarà un campionato livellato, come lo è pure quest'anno. Potranno far bene".

La Cremonese alla fine, pur a fatica, si è salvata. "Ha fatto risultati inaspettati con Bisoli, nessuno più ci sperava ma bene così. La salvezza deve dare morale e fiducia, anche perché dietro c'è una proprietà in grado di poter costruire una squadra competitiva. Ci vuole tranquillità da parte dell'ambiente, serve anche quello per vincere. Deve nascere tutto nel miglior modo possibile, speriamo l'esperienza di quest'anno abbia insegnato loro qualcosa".

Come spiegare le fatiche del Torino? "Per fortuna è arrivata la salvezza, non si era messa bene la situazione. Si è iniziato con Mazzarri, che faceva bene da anni: dopo un po' forse, cambiando poco per dare continuità, sono mancati gli stimoli. L'ambiente si è assuefatto, la gente si è stancata ed è diventato un trascinarsi che ha fatto male alla squadra. Alla fine è arrivata una salvezza sofferta... Anche cambiare il ds a poche giornate dalla fine, dopo aver già cambiato l'allenatore, ha complicato ancora di più le cose. Adesso serve un piano giusto per far ripartire il Torino nel migliore dei modi, capire anche se Belotti ci sarà ancora o se con una sua cessione nasce una rifondazione. Nel caso servirebbero giocatori giusti, altrimenti trovare il modo di restituire motivazioni perché il Toro torni a lottare per certi obiettivi".

Il Lecce sembra dare anche a lei spesso l'occasione di non saper sfruttare quanto crea? "Hanno avuto tante occasioni per fare punti, e non le hanno sfruttate. Fa anche l'esperienza di una squadra giovane e inesperta: per esempio la Sampdoria, con Ranieri, si è salvata facendo punti nelle partite in cui doveva farli. Questa è la differenza: il Lecce ad un certo punto era in una buona situazione di classifica, c'era chi stava peggio, ma ha buttato via tanti match ball".

Le ambizioni della Fiorentina passano dal prossimo allenatore? "Sì, ma ci vuole anche che tutto l'ambiente sia a favore del tecnico, e soffi alle sue spalle perché abbia il vento a favore. Firenze vuole un gioco propositivo e una squadra brillante, se si sposa un progetto bisogna stargli dietro, non è solo cambiando l'allenatore che si risolvono i problemi, così si buttano via i programmi. Ci vuole fiducia, per un anno è bene rimanere bassi, magari pensando a una salvezza tranquilla, per poi puntare all'Europa l'anno seguente. Saltare un gradino diventa difficile e rischia di creare delusione per la gente, che contesta dopo averci creduto. Stai basso, l'asticella la puoi alzare, fai sempre in tempo a volare".

Chi è la favorita per la terza promozione in Serie A? "Bella lotta. Posso dire il Pordenone, perché ha dato continuità nel tempo, la sostanza l'hanno messa con i fatti e non solo con le parole. Senza proclami, sapevano di poter dire la loro, e sono arrivati dove sono. Possono dare fastidio ed essere la terza promossa".

Per allenare in Serie C bisogna essere un po' folli? "Sì. Me lo dicevano tutti quando ho iniziato. A Coverciano c'era Mimmo Di Carlo che me lo diceva sempre: ti sei rovinato, stai facendo un mestieraccio (ride, ndr). Però sai, è passione: non guardo alla categoria, ma a mettere le mie idee e la mia esperienza a disposizione di giovani, o di giocatori che hanno potenzialità per poter emergere".

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Riccardo Maspero intervistato da Francesco Benvenuti e Dimitri Conti © registrazione di TMW Radio