
12* giornata di Serie A, i Top e Flop di Inter-Sampdoria. Alessandro Sticozzi
A San Siro Inzaghi chiede a Stankovic il lascia-passare per proseguire il buon momento di forma e risultati. Rispetto al Plzen il tecnico nerazzurro cambia solo Acerbi, inserendo de Vrij al centro della difesa. Il Doria risponde con un 4-4-2 scolastico che si impone di provare a difendere per poi ripartire.
L'avvio di gara dell'Inter ricalca quello visto in Champions nel turno di mercoledì, con la Samp che combatte con orgoglio e vivacità. A spezzare i ritmi di una gara abbastanza lenta ci pensa proprio de Vrij, che raccoglie l'invito da corner di Calhanoglu per l'1-0. Di lì i liguri si abbassano, pur lasciando vari spazi a occasioni concrete per Lautaro & compagni. Il raddoppio giunge poco prima dell'intervallo con Barella - che in azione similissima al gol siglato due anni fa contro la Juve - usufruisce di un assist geniale di Bastoni, che lancia lungo dalla propria metà campo: ennesima rete del "23" dei nerazzurri, che scarica di potenza alle spalle di Audero.
Ad inizio ripresa Lautaro e Dzeko sfiorano il 3-0, con il cambio di Stankovic all'intervallo (che mette Vieira per Yepes) che non pare avere troppo costrutto. Inter autorevole, quasi autoritaria, con una Samp relegata sulla difensiva. La gara s'incattivisce e ne fanno le spese vari nerazzurri, resi malconci da una serie di interventi "killer" dei doriani, che evidentemente vogliono dimostrare garra al "maestro di grinta" che c'è in panchina. Quattro gialli per gli ospiti, uno per Bastoni, che viene cambiato con Acerbi. Entrano poi assieme Lukaku e Correa per Dzeko e Lautaro.
È proprio il numero 11 - pupillo di Inzaghi - a far calare il sipario a 15' dal termine. 70 metri di corsa e una sassata sotto l'incrocio dei pali, per un giocatore che dovrà pure ritrovarsi e aver continuità, ma che (ogni tanto, ndr) mostra colpi incredibili. I nerazzurri sfiorano spesso il poker che alla fine non arriva, con Onana che chiude su un paio di sbavature, confermandosi ampiamente all'altezza di ruolo di erede di Samir Handanovic.
TOP
S. Inzaghi - Dove c'erano demeriti ha ricostruito certezze. I suoi attaccano con piglio e contemporaneo cipiglio, nel senso che non si sbilanciano mai alla ricerca dell'estetica ma sono sempre estremamente pratici. Le rotazioni funzionano e, una volta intuita la cattiveria messa dentro nella gara dalla Samp, offre cambi automatici.
Barella - Continua a segnare sempre, fungendo da vivace campione in mezzo a compagni che ora ne apprezzano le grandi giocate, anziché i rimbrotti. Categorizzato verso l'alto.
Calhanoglu - Assist su calcio d'angolo per de Vrij a parte, è un "Brozovic nato", con l'orpello in più di essere più presente e vicino alla fase d'attacco. Fondamentale.
FLOP
Colley - È il simbolo di un reparto che soffre per quasi tutti i minuti della gara, soprattutto dopo il vantaggio dell'Inter. Forse siamo ingenerosi con lui, ma selezioniamo il leader della difesa doriana per giudicare un momento di contenimento spesso fatto di semi-violenza, anziché di contrasti.
Caputo - Sì, è stretto nella morsa di tre animali, ma non fa davvero nulla. Assente.