
Un'onda impetuosa al tramonto in un mare azzurro ha travolto tutto quello che ha trovato nel suo percorso. Sì, l'onda è il Napoli che al Maradona ha spazzato via la Juventus. Per capire la forza impetuosa di questa squadra basta rivedere e ammirare l'azione del primo gol di Osimhen. L'onda si è alzata con Lobotka che appena è partito ha portato con sé tutti gli uomini in maglia azzurra per travolgere un avversario inerme davanti a tanta forza. Tutti in movimento i ragazzi di Spalletti per prendere campo e posizione con passaggi rapidi e precisi per arrivare al gol. In quel gol, al minuto 14, c'è tutto il Napoli e la mano dell'allenatore di campo che ha dato uno spartito ai suoi giocatori a prescidere dal loro valore. Tutti sanno quello che devono fare con palla e senza palla, tutti si muovono da squadra e le individualità sono al servizio del gruppo per esaltare il calcio di Spalletti: uno spettacolo.
Prestazione Napoli
Velocità e precisione di passaggi impressionanti, sul 2-0 la squadra già faceva segnare il 90 % di precisione di passaggi e Lobotka, il faro sempre accesso in mezzo al campo, ha terminato la partita con il 97% di precisione: mai un passaggio banale. Un giocatore rivalizzato da Luciano. Un calcio sempre dominante che ha concesso veramente poco al vecchio calcio d'attessa di Max Allegri. Il Napoli ha sempre avuto la gestione del pallone arrivando persino a superare il 65% del possesso in partita. Un possesso mai sterile, basta vedere le conclusioni in porta, 10 tiri nello specchio sulle 14 conclusioni totali: il Napoli ha preso a pallonate la vecchia signora. Qualuno potrebbe sottolineare la superiorità tecnica dei calciatori del Napoli, ma anche questa è una finta narrazione a panchine invertite, gli azzurri non giocherebbero così e poi scusate: ma siamo così sicuri che gli azzurri siano così nettamente superiori ai calciatori della Juventus? La risposta la lascio ai più bravi e magari difensori di Allegri, al momento bisogna solo ribadire la qualità di calcio praticata da Spalletti che attenzione non si scopre oggi, le sue squadre hanno sempre espresso qualità di gioco con mosse sempre innovative e i calciatori sono sempre stati valorizzati, ma è meglio raccontare delle diatribe con Totti, Icardi e Insigne. Facile e conveniente narrazione per etichettare il mister di Certaldo.
Il Napoli contro la Juve ha dato un segnale di grande forza, la strada è ancora lunga e quando arriverà la Champions sarà interessante vedere quanto e come questa competizione influirà sul campionato, certo continuando così gli azzurri potrebbero arrivare a quell'appuntamento con un notevole margine di vantaggio e a quel punto potrebbero gestire gli impegni.
E la Juve? E Allegri?
Con il massimo rispetto, ma questa sfida ha sancito la fine del corto muso, ammesso che sia esistito. Il calcio di Max, soprattutto in questa stagione, è stato figlio di episodi nessuna costruzione, nessuna idea. Tutti si sono impressionati dalle 8 vittorie consecutive, giudicando solo il risultato senza mai vedere le prestazioni. In queste partite non si è mai visto calcio, ma solo espisodi e anche fortuna, in almeno quattro match le vittorie sono arrivate per giocate di singoli e colpi della dea bendata: troppo poco per pensare di fare un percorso netto e impressionare una squadra come il Napoli. Al Maradona è venuta fuori la verità, il campo diffcilmente mente. Allegri ha scelto di far giocare Chiesa e metre tutti si aspettavano una Juve a trazione anteriore per la presenza di Di Maria e Milik, si è visto un Chiesa alla Iachini schierato da terzino per marcare Kvara. Veramente troppo, una mossa che anche il grande Rocco, maestro del catenaccio, non avrebbe attuato. Sul 2-0 poi Max ha smentito se stesso riportando il povero Chiesa, ormai stordito, a fare l'attaccante e in quel momento qualcosa per poco è cambiato, ma solo per la forza e qualità dei singoli Di Maria in primis. A questo aggiungiamo anche alcune scelte tattiche incompresibili. Locatelli play, fuori Fagioli tutte soluzioni prive di logica calcistica. Una tristezza infinita questa Juve, inutile giraci intorno, questa legnata calcistica sancisce la fine di Allegri alla Juve, il futuro non può essere con questo tecnico. Serve un cambiamento radicale, pensare di comprare grandi giocatori per soddisfare l'idea di Max è ormai fuori tempo: il corto muso è finito. Meglio pensare di chiudere dignitosamente questa stagione difendendo la zona Champions e guardarsi bene alla spalle, per poi chiudere questo libro in maniera definitiva e ricominciare.
Scegliere una strada per costruire con un DS di calcio e un allenatore con idee fresche, un progetto di almeno tre anni, lanciare giovani e creare il giusto contesto mettendo da parte il concetto della vittoria come unica cosa che conta.
Ringiovanire la vecchia signora, un restyling che potrebbe essere partito al Maradona. Dopo la sua magia su punizione ricorderemo e ricorderanno per molto tempo le 5 perle del Napoli. Dalla musata di Max si può ripartire con una certezza: c'è poco da stare Allegri.
di Marco Piccari