Una serata dal sapore passato quella andata in scena allo Stadium, che al contempo mette in luce vecchie paure e dimenticate identità. La Juventus si riscopre solida e sicura, mentre l’Inter si ritrova imprecisa e vulnerabile. Sia chiaro è pur sempre solo una partita e non possono essere novanta minuti a sentenziare ciò che sarà di queste due squadre, ma di segnali ce ne sono stati. L’Inter torna a non segnare in Serie A dopo ventiquattro turni consecutivi con la rete gonfiata e interrompe la striscia di quattro successi di fila in campionato, sprecando decisamente troppo negli ultimi venticinque metri. Inoltre la permeabilità difensiva, che sembrava essere stata limitata nelle ultime settimane, è tornata presente e condanna la squadra di Inzaghi ad essere la peggior difesa esterna (16 gol subiti in 7 sfide in trasferta). La Juventus dal canto suo inizia la partita come di suo solito, difendendo come può e ripartendo con quella tipica aria adolescenziale di chi vorrebbe essere grande, ma che ancora non lo è. Con il passare del tempo però la pubertà bianconera inizia a tramutarsi in maturità, che culmina con un secondo tempo che ricorda i vecchi tempi: ripartenza letali e soprattutto grande solidità difensiva. In sostanza i bianconeri scoprono il futuro (i giovani) guardando al passato (il dna), mentre i nerazzurri ripiombano nelle difficoltà di inizio stagione.