
In due anni si può costruire. Ci riescono tutti? La risposta è no.
In due anni Allegri è andato al minimo con un Max ingaggio. Si è ripreso la Juve dopo che il club con Sarri e Pirlo aveva vinto scudetto e coppe. Una base non male per ripartire, ma con lui in due anni zero titoli, questo non sarebbe un problema se in questi 24 mesi si fossero gettate le basi per una ricostruzione. Nulla di ciò, anzi in questi mesi sì è visto un forte impoverimento. Il gioco non si è mai visto, ma questa non è una novità. Il problema è che non si è visto neanche il corto muso, solo effetti occasionali che hanno illuso e portato commenti sbagliati. Dal gioco alle scelte di mercato cambia poco. Portare alla Juve giocatori spesso infortunati o con rendimento altalenante non è stato un segnale di crescita, ma un tentativo, da parte del tecnico e della società, di restaurare un momento ormai lontano e irripetibile. In due anni di Max è mancata anche la crescita dei calciatori: Vlahovic impoverito e lasciato solo a vagare per il campo e i giovani buttati nel mischia solo per necessità; i nuovi arrivati come Kostic e Di Maria piano, piano si sono persi nel gabbione. Altro punto è la preparazione. La squadra ha spesso corso poco e male con un ritmo inferiore alle avversarie, solo sporadiche folate che ormai non spaventano più di tanto. Sì, è vero, ci sono stati cambiamenti societari e problematiche extra campo e Allegri è stato bravo a compattare il gruppo, ma questo non può giustificare il grigiore. Dopo l'eliminazione dall'Europa League, Allegri ha parlato di un anno difficile, ma in verità sono due gli anni. Qualcuno rifletta bene, per il futuro c'è poco da stare allegri.
In due anni Mourinho si conferma e continua a far crescere la Roma soprattutto in ambito europeo. Due finali e una vinta, Josè può non stare simpatico ma l'impatto è stato notevole. Crescita mentale dei giocatori, giovani inseriti a più riprese e con continuità, solidità difensiva e capacità di resistere alle difficoltà. In due anni Mou ha dato un'anima a questa squadra, la sua mano è stata evidente e il suo calcio si è sposato bene con il gruppo e l'ambiente. Lo step successivo dovrà essere quello di crescere in campionato anche perché questa squadra non è così limitata come qualcuno sostiene.
La Fiorentina in due anni è cresciuta e tanto, insieme ad Italiano. Il tecnico ha fatto in 24 mesi un gran lavoro. Il gioco non è mai mancato e si è anche evoluto con la ricerca di moduli alternativi al 4-3-3 e in alcune situazioni non è mancata la concretezza come arma vincente. La crescita ha coinvolto anche i giocatori. Cabral è diventato un attaccante di valore, Dodo si è imposto, Gonzalez è diventato sempre più leader e in mezzo al campo si sono trovati i giusti automatismi. Una crescita importante e in questa analisi va considerato che Italiano era per la prima volta in carriera impegnato in tre competizioni e alla fine ha portato a casa due finali. Un gran risultato.
In due anni Allegri non si è visto, Mou si è visto e Italiano è andato al max.