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Il rullo Udinese si prende la vetta: Lovric, Bijol e Arslan affondano l'Inter prima della sosta
18 set 2022 14:30Calcio
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7° Giornata di Serie A, i Top e Flop di Udinese-Inter.
di Alessandro Sticozzi

Inizio godibile, con Lovric che mette subito paura ad Handanovic e Barella che disegna una punizione perfetta per lo 0-1. I friulani non si scompongono, continuano a fare la partita e trovano il pari al 23’ con un goffo autogol di Skriniar sugli sviluppi di una punizione non pericolosa: fino a quel momento i nerazzurri stavano difendendo con ordine. 
Alla mezz’ora Bastoni sfiora l’eurogol di sinistro, negatogli da Silvestri.
Inzaghi vede qualcosa che non va e subito dopo sfodera un doppio cambio tattico: fuori Bastoni e Mkhitaryan (ammoniti), dentro Dimarco e Gagliardini; parziale incredulità sulle tribune e in campo, poi nessun’altro sussulto nella prima frazione.
Nella ripresa l’Inter impone un altro ritmo mostrando un buon calcio, ma l’Udinese non trema, costruendo una grande occasione all’11’ con Beto/Deulofeu.
Al 18’ serve poi un grande Handanovic sul destro di Lovric. Ritmi alti: a metà ripresa fuori Darmian e Dzeko, dentro D’Ambrosio e Correa, nell’Udinese si vedono Success per Beto e Samardzic per Makengo.
L’Udinese cresce ancora e sbatte contro il palo con Deulofeu, sfiorando il 2-1 poi in ribattuta.
A 5’ dal termine De Vrij, entrato al posto di un buon Acerbi, regala un corner all’Udinese dove Bijol, difensore centrale bianconero, sovrasta proprio l’olandese per il vantaggio tutto sommato meritato di quelli di Sottil.
C’è tempo nel recupero, mentre l’Inter assalta senza costrutto, anche per il 3-1 di Arslan, che finalizza di testa un contropiede perfetto suggerito da un gran Deulofeu.
Terza vittoria di lusso dei friulani, che dopo aver brutalizzato Fiorentina e Roma, battono anche un’Inter convincente solo a sprazzi, nonché resa ancor più confusa dai vorticosi e poco spiegabili cambi della sua guida tecnica.


TOP
Lovric. Indipendentemente dalle due grandi occasioni create è un moto perpetuo nelle due fasi. Vero simbolo dell’Udinese di Sottil, operaia ma anche estrosa in molti elementi.
Deulofeu. Ha una visione di gioco che impreziosisce la tanta corsa intelligente dei suoi compagni. Prende un palo, mette a referto due assist, disegna almeno altri due passaggi illuminanti in zona gol. Essenziale.
Barella. La punizione al 5’ di gioco è degna di uno specialista di categoria. In una gara fisicamente importante fa valere la sua vivacità in entrambe le fasi, proponendosi anche in zona gol, seppur spesso ignorato.


FLOP
Skriniar. Non solo per l’autogol clamoroso per un errato piazzamento del corpo su una punizione molle ed innocua. Soffre contro Deulofeu, contro Beto e si fa saltare anche da Success. Confusionario in sede di prima impostazione, denuncia una preoccupante latenza della calma che lo aveva reso uno dei migliori marcatori del nostro campionato.
De Vrij. Entra, regala un calcio d’angolo all’Udinese dove va a marcare blandissimo su Bijol, che segna il gol partita. Serve altro?
Inzaghi. I cambi dei giocatori ammoniti aggiungono un altro capitolo singolare alla già vasta letteratura. Nel secondo tempo, con i nerazzurri che - seppur a fatica - controllano le sfuriate di quelli di Sottil, cambia, ribalta e di nuovo inverte l’ordine degli addendi, provocando smarrimento a chi segue l’evoluzione tattica dalla tribuna, figurarsi a chi deve giocare in campo contro la formazione più in forma della Serie A.

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