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Il derby della mole: protagonisti e comparse 
27 feb 2023 12:36Calcio

di Ettore Zanca

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© foto di Image Sport

A marzo saranno consegnati gli Oscar e già l’opinione pubblica vibra tra il desiderio di sapere chi vincerà e quella sottile e pruriginosa attesa che succeda qualcosa di imprevisto come l’anno scorso. 
In fondo con qualche giorno di anticipo è quello che si aspetta anche nel derby Juventus - Torino. Magari senza parentesi litigiose. 
Sono lontani i tempi in cui le squadre giocavano entrambe in un unico stadio, il Comunale. Un nome appunto “comune” che però vide imprese memorabili. 

Adesso il derby si gioca all’inglese, ognuno con il proprio stadio dopo pastoie burocratiche e varie ristrutturazioni. I granata però ricorderanno più volte la regola del 3 come numero guastafeste. La Juve di campioni del calibro di Capello e Bettega, perse 3-2 il derby del 1975 con un Toro che faceva le prove generali dello scudetto nell’anno dopo. Erano anni di Giaguari in porta (Luciano Castellini), coppie d’attacco ispirate da poeti, Claudio Sala e di futuri campioni del mondo in bianconero, Gentile, Scirea, Causio e un certo Paolino Rossi. 

Memorabile il derby in cui in tre minuti il Toro ribaltò la storia e praticamente consegnò lo scudetto alla Roma, anno 1983, la Juve vince 2-0 infarcita di campioni. Rossi e Platini mettono le firme quasi doverose. Poi Dossena, Bonesso e un certo Fortunato di nome e di fatto, Torrisi, ribaltarono e matarono la zebra. 

Il confronto del derby torinese ha componenti di sangue tradito e di giri immensi che poi ritornano. Anche di ex ingrati o troppo attaccati a nuovi stemmi. Chi non ricorda Aldo Serena? che fece più giri degli amori di Antonello Venditti toccando ben 4 sponde opposte. Nell’anno del Toro, prima di essere juventino castigò in vittoria esterna i suoi futuri datori di lavoro. Poi ci sono i simboli attaccati ai propri colori per una stagione da ricordare o per trionfi in serie. L’eredità della “juventinità” di Zoff o Scirea la prese Alex Del Piero. Ultima roccaforte di fedeltà juventina sempiterna. Alex è stato la linea di continuità dagli anni gloriosi di Lippi alla B e ai nuovi trionfi marca Conte. Nell’ultimo anno di Alex alla Juve il Toro sarà in B. Ma lui c’era e ricorda bene i derby delle beffe contrapposte targato stagione 2001-2022. Andata, Juve avanti 3-0 proprio con doppietta di Alex. Dall’altro lato c’è un Toro spuntato. Cristiano Lucarelli è senza il suo “gemello” Ferrante, per scelta tecnica. Nel secondo tempo il Toro pareggia. Salas ha la possibilità di riportare la Juve in vantaggio ma il granata Maspero scava una piccola buca e fa sparare alto. Al ritorno sarà ancora pareggio. Protagonista? Suo malgrado Enzo Maresca che imiterà l’esultanza di Ferrante e sarà ricordato non certo negli auspici di targa granata. 

Un ex erede di Aldo Serena per spirito zingaro del calcio sarà un campione che ha raccolto meno di quello che avrebbe meritato: Fabio Quagliarella. Passato più volte dal Toro ma ben ricordato come professionista esemplare anche alla Juve che forse non se ne sarebbe dovuta privare con tanta leggerezza. Sarà proprio lui, in sponda granata a passare alla storia per consegnare una vittoria al Toro in un derby dopo ben 20 anni di dominio juventino. Correva l’anno 2015. 

Se scorriamo le pagine di storia, il derby è stato tutti i tipi di film. Finale scontato e stucchevole nei predomini, vittoria dei comprimari che però mettevano puntelli non indifferenti, protagonisti inattesi e trame thrilling. In una situazione non facilissima di quest’anno in effetti non si sa a chi andrà l’Oscar della Mole. Attendiamo, l'attesa sta per finire. 

TMWRADIO Redazione