
Di Lucio Marinucci
Sono passati più di tre mesi da quel 13 Gennaio, in cui il Napoli strapazzava la Juventus per 5-1 e iniziava a dare forma alla sua fuga per la vittoria. I bianconeri da lì a poco sarebbero stati investiti anche dalla penalizzazione di quindici punti, che l’avrebbe retrocessa di varie posizioni in classifica. Ora quei punti, seppur ancora non con certezza, sono stati restituiti e il destino ha deciso di riproporre proprio per l’occasione Juventus-Napoli. Allegri decide di tenere fuori il deludente Vlahovic, in favore di Milik, al quale affianca Miretti, mentre Soulè fa la mezzala. Per Spalletti l’undici è dettato in gran parte dalla lunga lista di assenti; in mezzo la scelta è di un centrocampo fisico, con Anguissa e Ndombele affianco a Lobotka. Sin dall’inizio la gara si presenta irregolare, con le due squadre che vanno a periodi, alternando fasi di pressione. A parte però qualche iniziativa non rifinita di Milik, Kostic e Rabiot e un contropiede non sfruttato di Lozano, per il primo tempo c’è poco da dire. In avvio di ripresa è subito Kvaratskelia a provare ad accendersi ma il suo tiro post sterzata è centrale. Intorno all’ora di gioco Allegri decide a questo punto di cambiare modulo, inserendo Di Maria e Chiesa, passando al 4-3-3. L’esito però non è quello sperato, tant’è che nei minuti successivi sono gli azzurri a rendersi pericolosi, soprattutto con un molto attivo Osimhen, al quale però manca solo il guizzo. L’unica volta in cui il “Fideo” riesce ad accendersi è sul gol dell’1-0 in contropiede, ma Fabbri annulla giustamente per un fallo ad inizio azione di Milik su Lobotka. Mentre la gara sembra avviarsi ad un democristiano 0-0, ecco che il fato si ricorda che Juventus-Napoli dev’essere necessariamente qualcosa di più. È così che gli dei del calcio scatenano il diluvio sullo Stadium e scelgono nel neo entrato “buitre” Raspadori l’eroe della serata: ripartenza sulla destra, cross sul secondo palo e gol dell’ex Sassuolo al Sassuolo. Alla fine è uno 0-1 che regala agli uomini di Spalletti la possibilità, in caso di successo contro la Salernitana e di mancata vittoria della Lazio, di festeggiare già il prossimo turno il tricolore. Per i bianconeri invece ora si riapre la voragine del quinto posto. Nota a margine l’ingresso al 90’ di Vlahovic, che sa molto di bocciatura.
Pagelle
Danilo 6,5: è il più convincente dei suoi, sempre attento in chiusura e sulle palle vaganti. Non manca mai l’anticipo e sbaglia pochissimo. Ennesima prova da leader.
Locatelli 6: Cerca di dettare i tempi di gioco nel traffico convulso della sfida. Si becca un giallo evitabile, ma va sottolineato il salvataggio in scivolata sul tiro di Ndombele.
Di Maria 5: Entra di soppiatto e non si fa mai notare, se non nell’azione del gol annullato. Non può sempre essere decisivo, ma in mezz’ora ci si poteva aspettare molto di più.
Chiesa 5: Per lui vale lo stesso discorso fatto per Di Maria. Ancora meno attivo dell’argentino, offrirebbe il pallone dell’1-0 a Vlahovic, ma la palla era nettamente uscita.
Raspadori 6,5: Entra e decide il match. È quanto basta per riassumere quella che è stata quasi sempre la sua stagione. Una volta chiamato in causa raramente non risponde presente.
Osimhen 6: Dopo un primo tempo abbastanza deludente prova ad accendersi nel secondo tempo, ma gli manca il guizzo decisivo. Sfortunato in occasione del palo.
Elmas 6,5: Stavolta non ha segnato, ma pure lui dalla panchina è una sentenza. L’assist per Raspadori è una pennellata da tre punti.
Ndombelè 5: Apprezzabile per la volontà di voler cambiare la propria stagione, ma ogni iniziativa si perde in irruenza o imprecisione. Difficilmente rimarrà a Napoli e ormai sembra saperlo anche lui.