
Giuseppe Iachini, allenatore ed ex calciatore, è intervenuto durante il programma "Piazza Affari" a TMW Radio per commentare vari temi.
Che idea si è fatto sulla situazione della lotta Champions League?
"È ancora tutto aperto. Ci sono tutte squadre di livello e che possono arrivare all’obiettivo. Va detto, però, che ci sono squadre che fanno l’Europa e altre no. Questo alla fine può contare nell'economia dei match. C’è, quindi, solo l’incognita di quanto le coppe possono influire".
Le coppe possono distrarre?
"Sicuramente. Quando si parte ad inizio campionato la Coppa Italia spesso è una competizione che viene snobbata. Non a casa, infatti, alcune big sono uscite a sorpresa. In questa fase, però, diventa importante perché ci si porta un trofeo a casa. Una volta in semifinale di ogni coppa si pensa molto a quella. Per questo dicevo che si possono perdere alcuni punti".
Gli attacchi hanno deluso?
"Non dimentichiamo che questa è un’annata particolare per il Mondiale. Si sapeva che ci potevano essere infortuni o comunque distrazioni in più. Che non fosse una stagione normale era sicuro. Il calcio è uno sport nel quale non si possono fare pronostici ma alcune cose si possono intuire".
Le coppe, invece, non possono portare anche certezze? Le nostre italiane possono conquistare la finale?
"Ora si. Il fatto di essere arrivati in semifinali dà una voglia incredibile di andare avanti. L’Inter cerca moltissimo la finale anche perché dal campionato è uscita troppo presta. Penso che nerazzurri e rossoneri, però, abbiano la stessa percentuale di arrivare in finale. In questo caso la minima cosa può fare la differenza. Detto questo è chiaro che sono da giocare. Sia Juventus e Fiorentina, anche, hanno una grandissima possibilità di arrivare in finale e vincerla".
Su Vlahovic?
"Intanto sono molto contento per la Fiorentina e per il presidente Commisso per la grande stagione. Vlahovic, invece, ha avuto una stagione tormentata. In questa annata ha avuto parecchi infortuni che non hanno permesso al serbo di fare quello fatto l’anno scorso. Queste stagioni, poi, trascinano problematiche. Si può fare anche l’esempio di Ciro Immobile. Non c’è da discutere sul suo talento. A 23 anni non si può mettere in discussione. La motivazione non può essere il gioco perché un attaccante di questo livello segna sempre. È una stagione travagliata".