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Stasera la Supercoppa, Birindelli: "Juve senza DNA, Napoli squadra vera"
20 gen 2021 19:30Calcio

L'ex difensore Alessandro Birindelli è intervenuto a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, iniziando a parlare dalla Juventus: "Il problema è che mi sembra che a questa squadra manchi il DNA Juventus di andare a prendersi il risultati a qualsiasi costo, anche giocando partite sporche e senza dominare in lungo e in largo la partita. Quella contro l'Inter faccio fatica a commentarla, perché so come lavora la società e la professionalità e l'impegno messo dai giocatori nel quotidiano. Credo che ci siano pochi leader all'interno, calcistici o che possano dare l'atteggiamento con la corsa in più, con l'atteggiamento e la parola in meno per il gesto in più. Invece è una squadra che aspetta la giocata del singolo o quei dieci minuti di ottimo calcio in velocità, ma nei novanta ci sono troppi alti e bassi che fanno perdere punti e autostima".

Se Chiellini parla di fine del ciclo, cosa significa? "Quando parlo di leader, ecco chi prendo. Il duello Chiellini-Lukaku è stato l'unico bello di Inter-Juventus, io gli toglierei dieci anni perché l'atteggiamento che ha messo lui, se l'avessero messo al 15% anche gli altri, allora anche il risultato poteva cambiare. Nel calcio chi vince più duelli lo fa anche con la partita e la Juve ne vince pochi".

Difficile per Pirlo incidere così. "L'errore è alla base. Se passi da un allenatore come Sarri e replichi con Pirlo, che ormai dall'inizio parla di squadra vivace e che impone il suo calcio, allora in mezzo al campo ti serve gente dinamica, che vada subito a catturare il pallone. Tolti McKennie e Kulusevski, nei centrocampisti attuali questa cosa non c'è. A meno che tu non abbia il Pirlo della situazione, ma non ce l'hai. Così giochi lento, in orizzontale, e arrivi con le squadre già schierate".

Giusto prendere Scamacca oggi? "Se serve un sostituto di Morata va bene. Poi però devo vedere cosa manca intorno, al di là degli uomini davanti visto che la Juve si sta giocando una fetta importante del prosieguo della stagione con una deficienza di esterni e in mezzo pure c'è bisogno di altre caratteristiche".

La scelta di Pirlo è in controtendenza rispetto ai cambi d'allenatore degli ultimi due anni? "Pensare che la domanda già di per sé è complicata da dire, quanto è difficile capire la programmazione tecnica che stanno facendo in società. Negli ultimi anni c'è stata confusione e troppa fretta: Sarri lo scorso anno è stato massacrato, ma aveva portato alla vittoria. Sei andato su un emergente come Pirlo, con idee anche simile alle sue, ma sulle caratteristiche dei giocatori hai cambiato poco. Non sempre è colpa degli allenatori, forse c'è stato qualche errore nella costruzione".

Rischia addirittura di non qualificarsi alla Champions? "Conoscendo la Juventus e l'ambiente, credo che alla fine l'obiettivo lo raggiungeranno ma quello che mi preoccupa è che non è solo un fatto di rosa, infortuni o condizione. Quando si parla di atteggiamento, non è che da oggi a domani cambi voglia o carattere di ciascuno... La forza e la qualità per arrivarci c'è, ma con fatica".

Il Napoli è più squadra? "Il Napoli è squadra vera, costruita e pensata bene già dall'era di Sarri. Tanti giocatori sono rimasti e oggi sono tra i protagonisti, su tutti Zielinski. In rosa ci sono anche stati arrivi importanti, l'unica cosa è che a questa squadra a volte piace un po' specchiarsi e rischia di prendere sottogamba le partite. Altrimenti, sarebbero davvero completi".

Qual è il segreto dell'Empoli? "Credetemi, non c'è approssimazione. Anche se a volte sembrano in confusione, o sbagliano qualche scelta, credetemi, c'è sempre un'idea e una programmazione. Sanno rialzarsi perché hanno basi solide, grazie al settore giovanile. La loro tranquillità gli permette di rimettersi subito in carreggiata".

Dionisi è davvero il nuovo che avanza? "Lo scorso anno hanno fallito la stagione perché sono partiti con un'idea, e in corsa ne hanno cambiate altre due. Stavolta hanno scommesso su un allenatore giovane, che rispecchia benissimo le caratteristiche del pianeta Empoli, e stanno fornendo risultati importanti".

La Supercoppa di stasera per la Juve va al di là del trofeo? "Molto importante. Per la società, la squadra, il morale, l'entusiasmo... Per ritrovare anche un po' di tranquillità nel lavoro di tutti i giorni. Le vittorie portano a credere ancora di più in quello che fai: un risultato negativo stasera andrebbe a pesare ancora di più su quello che c'è già stato contro l'Inter".

Pirlo come sta gestendo questo momento? "Lui vuole lasciare i ragazzi liberi di testa, anche perché con tutti questi impegni a volte è meglio evitare processi. Con una finale così vicina, non c'è nemmeno bisogno di toccare più di tanto certe corde".

Magari la società poteva prendere una posizione su di lui? "Sono dell'idea che se metti uno alla sua prima esperienza, con così tante responsabilità che dà allenare una squadra che deve vincere, allora lo devi tutelare maggiormente. Dai vertici, e non parlo di Paratici ma anche Agnelli che dovrebbe rafforzare la sua scelta, chi non vive l'ambiente può percepire un certo distacco".

La mossa Mandzukic è vincente per il Milan? "Al di là della stima che ho per il giocatore, e ho fatto fatica a capire la decisione della Juve di mandarlo via, secondo me hanno fatto un grande acquisto e l'hanno pensato bene. Lui e Ibrahimovic tolgono qualche responsabilità anche ai più giovani".

Le neo-promosse quest'anno stanno rendendo la vita difficile a tutti. "Sì, giocano tutte per iniziare l'azione. Cercano tutti una loro dimensione, e faccio i complimenti a Italiano dello Spezia ma dico che anche il Crotone di Stroppa, pure se perde, mantiene sempre la sua identità e rimane sempre vivo. Ultimamente li ho visti pure più equilibrati".

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Alessandro Birindelli intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini © registrazione di TMW Radio