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Guidi: "Petriccione ha grandi qualità. Mancini non è stato una sorpresa a centrocampo"
05 dic 2019 18:35Calcio
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

A Stadio Aperto, nel pomeriggio di TMW Radio, è intervenuto Federico Guidi, ex tecnico del Gubbio e della Fiorentina Primavera, oltre che ex tecnico dell'U19 e U20.

Sullo stato di salute del calcio italiano
"E' buono, il talento non è mai mancato e sarà sempre fucina di grandi giocatori. Specialmente nelle prime squadre dobbiamo avere il coraggio di dare più minutaggio ai ragazzi e proteggerli dalle pressioni, nel voler tutto e subito. Perché al primo errore vengono etichettati come non buoni e rischiamo di bruciarli. Il giovane in Italia, partendo da piccolo, anche nelle sole attività motorie, fa molte meno ore di chiunque altro in Europa. A livello di settore giovanile si allenano meno rispetto ai coetanei francesi, tedeschi, spagnoli".

Come si allena un giovane sul lato della pressione?
"Il giovane va allenato nei valori umani e dal punto di vista caratteriale, per saperti rialzare nei momenti difficoltà, che ci saranno sempre. ma oggi i ragazzi vogliono tutto e subito. Molti pensano che una volta usciti dal campionato Primavera si apra il mondo della A, ma questo è per pochissimi".

Sulle seconde squadre
"Sono d'accordo, ma regolamentate come accade all'estero. Possiamo abbassare l'età in Primavera e alzare quella nel campionato. L'obiettivo è far crescere in casa delle promesse, per poi proiettarle in prima squadra".

Su Petriccione
"Gli faccio i complimenti, ha grandissimi valori morali, che sanno soffrire e non si abbatte nelle difficoltà. Si mise in mostra con me nella Primavera. Invece di mettere in evidenza i pregi, si etichetta come non pronto solo mettendo in evidenza l'aspetto fisico. Fu bocciato da tutte le squadre di B per questo, andò a Pistoia e si calò bene nell'ambiente facendo vedere una crescita esponenziale. Si è conquistato sul campo la Serie A con il Lecce. Sta dimostrando la sua professionalità e le sue qualità".

Su Gianluca Mancini
"Nasce centrocampista centrale, lo fece nei giovanissimi Nazionali a Firenze, poi negli allievi Nazionali decidemmo di metterlo dietro, anche perché quando lavori in un settore giovanile, devi cercare di proiettare le potenzialità di un giocatore in un ruolo e cercare di farlo esplodere. Quando Fonseca lo ha riproposto lì, è tornato alle sue origini. Sa leggere il gioco, ha buoni piedi".

Su Chiesa
"Sono convinto che il ruolo ideale è l'esterno che può giocare a destra o sinistra. Rende di più a sinistra, perché quando rientra ha grande velocità di esecuzione. E' un esterno di attacco. Col il 3-5-2 la scelta è stata su come trovare un equilibrio di squadra per far rendere il gruppo più che Federico. Quando la squadra tornerà ad essere tale e supererà il periodo di appannamento, il mister potrà tornare al 4-3-3 originario".

Su Castrovilli
"Ogni ragazzo ha bisogno del proprio percorso. C'è chi deve farlo in campionati minori e dove riesce a trovare la fiducia in se stesso, come successo a lui o a Bernardeschi, o quelli come Chiesa che fu messo titolare con la Juve uscito dalla Primavera. L'importante è arrivare all'obiettivo".

Su Diakatè
"Sta facendo il suo percorso. Ognuno è diverso nel processo di maturazione. E' un giocatore che ha potenzialità illimitate, ha fisicità e abilità tecniche, ha ancora grandi prospettive. E' di proprietà del Parma, la scelta di andare in Serie B belga è dovuta al fatto di andare a giocare in un campionato ideale per le sue qualità e trovare continuità. Un infortunio però non gli sta dando una certa regolarità. Quando avrà continuità, calcherà campionati importanti".

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