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Galante: "Hakimi meglio di Lazzari, Calhanoglu simile a Eriksen e Luis Alberto"
23 giu 2021 19:35Calcio

Fabio Galante, ex difensore, ha così parlato a TMW Radio, trasmissione di Stadio Aperto condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. Si comincia dall’Italia all’Europeo: “Sta facendo cose meravigliose, non prendono gol da tantissime partite. I meriti vanno a portiere e difensori, che sono un po’ più impegnati, anche se mi piace elogiare tutta la squadra: se fanno bene è perché c’è un bel lavoro. Merito a tutti, ai ragazzi e al loro allenatore”.

Stupito più da Locatelli o Berardi? “Eh… Entrambi. Locatelli da qui ai prossimi anni lo vedremo a giocare le coppe con una squadra importante. Berardi fa vedere cose belle da diverso tempo. Quando metti un singolo in un collettivo che funziona, viene esaltato. Bravi loro, ma anche il Sassuolo e il ct Mancini”.

Come lo vedrebbe Lazzari al posto di Hakimi? “Dovesse partire Hakimi sarebbe una perdita importante: è veloce, ribalta l’azione in 5 secondi. Conte ci aveva puntato tantissimo e i fatti gli hanno dato ragione. Lazzari come caratteristiche ci si avvicina: va bene per un ruolo a tutta fascia, magari Hakimi in fase offensiva è più forte. Lazzari ha comunque fatto un ottimo campionato, è un buon giocatore ma è meglio l’altro”.

Quanto perde l’Inter da Eriksen a Calhanoglu? Può essere un Luis Alberto-bis? “C’è grande dispiacere per quanto accaduto a Eriksen, ha rischiato la vita. L’Inter è dovuta correre ai ripari e ha trovato questa soluzione, un po’ nell’ombra perché non se n’era parlato. Bravi i dirigenti dell’Inter, poi i risultati diranno se è stato un buon acquisto. Nel Milan, a sprazzi, ha dimostrato di essere un giocatore forte. Inzaghi dovrà trovargli la posizione giusta, sicuramente ha le potenzialità per farlo esprimere al meglio come ha fatto con Luis Alberto. I tre si somigliano tanto per caratteristiche”.

Che ne pensa del fatto che sia saltato tra i cugini? “Dipende, ai miei tempi un trasferimento così era più difficile, anche se a memoria ricordo che ce ne sono stati. Forse te la facevano pesare di più: per questo qualcuno magari non ha accettato. Oggi si vede gente che se ne va, che si libera… Quindici-vent’anni fa tutte queste cose non erano pensabili. Procuratori, intermediazioni, commissioni… La vita va avanti, le cose si aggiornano anche se mi piaceva più il calcio di una volta”.

Siamo in un calcio più individualista. “Beh, vedere qualcuno che passa a un’altra squadra nella stessa città ti fa rimanere male. Totti alla Lazio, Del Piero al Torino o Lucarelli al Pisa… Veniva fuori una guerra. Bisogna pesare il calciatore, chi è che fa questa scelta. Calhanoglu è al Milan da poco. Spiace per i milanisti, anche se non penso che non dormiranno la notte. Certo, se non ne prendono uno buono gli verrà rinfacciato. Penso ad esempio a cosa è successo quest’anno con Paratici alla Juventus. Il calcio è fatto dai risultati”.

Basta Juric per dare una sterzata al Torino? “Da solo no, anche se è un ottimo allenatore. Lui come chiunque altro. Per raggiungere un obiettivo devi avere i giocatori, sono loro che fanno la differenza. L’allenatore è il valore aggiunto. Spero e penso che, dopo tutte queste paure, Cairo cercherà di fare meglio possibile per non creare una squadra che si salvi all’ultima giornata. Trarrà giovamento dalle difficoltà per fare meno errori”.

Spalletti-De Laurentiis rapporto senza via di mezzo? “Luciano è tra gli allenatori più preparati che il calcio italiano ha. Anche qui valgono i risultati: se ci saranno andranno d’amore e d’accordo, altrimenti sono due caratteri che non se la mandano a dire. Può darsi non sia un caso. De Laurentiis coi toscani è sempre andato molto d’accordo, penso a Mazzarri e Sarri. Credo che Spalletti non deluderà, è un grande acquisto per il Napoli”.

Che è successo tra Gattuso e la Fiorentina? “L’ho visto in Versilia nei giorni in cui aveva firmato e mi è sembrato molto carico. Secondo me era l’allenatore perfetto per la Fiorentina, lo vedevo stra-bene anche se pare ci siano state divergenze con la società per via del procuratore. Può darsi sia vero come no, spero solo che Rino possa parlare e spiegare. Tante di queste cose ai miei tempi non sarebbero successe e non sono neanche belle. Penso anche alla vicenda Empoli-Dionisi e alla riconoscenza, anche se non è mai esistita: non ne esce bene l’allenatore ma nemmeno la società, che deve programmare in ritardo. Potevano concludere meglio”.

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Fabio Galante ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini © registrazione di TMW Radio