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Fortunato: "Ha vinto una Juve da 6,5. In nove anni spesso mancati avversari"
29 lug 2020 18:35Calcio

L'ex calciatore, oggi allenatore, Daniele Fortunato, si è collegato nel corso di Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, iniziando nella sua riflessione sui valori del campionato: "Se guardiamo negli ultimi anni Napoli, Roma e Juve si sono giocate sempre lo Scudetto, ma la differenza è che pur quando non era al massimo, la Juventus ha vinto partite. Questo significa che è matura, e che può fare bene anche in coppa".

Il segreto dell'Atalanta è nella solidità societaria? "Un lavoro importante, guardate anche il settore giovanile... Eppure giocano con dieci stranieri. Portano quei giocatori non a livello altissimo, ma gente di esperienza che sa cosa fare. Poi Gasperini è il tocco in più, trasforma questi ragazzi in una squadra. Siamo tutti un po' invidiosi di questa grande Atalanta: quando noi arrivavamo in Europa primo c'era il Napoli di Careca e Maradona, poi il Milan degli olandesi e l'Inter dei tedeschi. C'era un livello medio-alto da parte di molte squadre: oggi, se guardiamo, Inter e Lazio potevano fare qualcosina di più, l'Atalanta è la grande sorpresa, ma sono mancate Napoli, Roma e anche altre... La Juventus è forte ma sono mancate un po' di avversarie".

Forse il problema sta anche nelle altre. "Ha vinto una Juventus da 6,5... Questa almeno è la mia opinione personale. Ricordo che la Juve di Conte ha fatto 102 punti, ed è stata santificata, ma bisogna vedere anche contro chi te la giochi. Molti di questi Scudetti la Juventus li ha vinti per mancanza di avversari".

Come raccontare la stagione del Torino? "Longo, che apprezzo come allenatore, leggo che ha fatto un'impresa e mi viene un po' da ridere. Facile parlare e criticare, ma non può essere un'impresa per il Torino salvarsi a due turni dalla fine... Stiamo toccando il fondo. Dopo gli ultimi due anni anonimi di Ventura, un buon campionato con Mazzarri, e ora ci ritroviamo a esaltare una salvezza. Non so neanche cosa dire. Se squadre come Verona, Sassuolo e Parma fanno meglio del Torino, vuol dire che qualcosa non va".

Il Vicenza ora che è tornato in B, guarda solo avanti? "Negli ultimi vent'anni la storia del Vicenza è stata il niente, difficoltà continue e cambi societari. Tranne un anno, con Marino che ha rischiato di arrivare in Serie A, ce ne sono stati diciannove di disastri. Bravo Di Carlo perché vincere non è mai facile. Si presentano in 12mila allo stadio dopo vent'anni di niente, ed è giusto dare qualcosa a queste persone. A Vicenza c'è la storia di Paolo Rossi e altri personaggi importanti: speriamo che dopo la B non sia così impossibile tornare in Serie A, se lo meriterebbero".

Come la vede la Serie C? "Quest'anno ho allenato la Beretti dell'Arzignano e ho visto la sfida del playoff con l'Imolese: nulla contro le società, eh, ma ho visto un livello troppo basso... Pensare che certi giocatori possono dire di aver giocato in Lega Pro, beh, si fa un po' fatica... L'ultima volta che ho fatto la C c'erano Bologna, Vicenza, Reggiana, Modena, stadi pieni... Non è nostalgia, ma guardo dietro perché davanti non vedo niente".

Dove si è creata questa discrepanza? "Ci sono regole sugli under, devi fare giocare i giovani anche se non sono il massimo... Il livello si abbassa, ed oggi ci si inventano i ruoli svegliandosi la mattina, mentre una volta arrivare era molto più difficili. Quando vedevo i ragazzini arrivare in Serie A, era perché qualcosa avevano e difficilmente ne sarebbero mai usciti. Oggi è più facile raggiungere la Serie A... Ce ne sono un paio dell'Inter che faccio fatica a vedere da Scudetto".

Le squadre B potrebbero risolvere la questione? "Dovevano esserci le prime cinque o sei, però. Lo scorso anno avevano tanti stranieri, ora molti trentenni... Leggo il giornale e hanno 100 spettatori a vedere la partita. A cosa serve? Cosa la facciamo a fare la Primavera se ci sono rose di ventisette? Ne tieni venti, e se sei in difficoltà ti rifai sui giovani. Non credo che tutti i membri della rosa della Juventus U23 siano da Juve... E perché li alleni?".

C'è qualche suo collega in rampa di lancio che le piace? "Vedevo Allegri, Ancelotti. Quando vedevo quest'ultimo parlare di aver sbagliato tanti contropiedi nella sua prima partita a Napoli, significa che ha pensato a difendere. Poi se glielo fai notare, magari qualcuno si offende anche. Mi piacciono quelli come Ranieri che parlano in modo semplice, chiaro, mentre per ascoltarne altri ho bisogno di tenermi un vocabolario vicino".

Chi parla spesso chiaro è Allegri, appunto. "Hanno mandato via Allegri per prendere Sarri, che ha fatto il master a Coverciano con me. Se fai questo cambio, è perché cerchi qualcosa di diverso in Europa, non per vincere un campionato. È la squadra che vince, e allora forse ha ragione Allegri".

Cosa c'è nel suo futuro? "Non so, non è facile. Per fare strada è giusto tenere contatti, io da questo punto di vista sono un po' un orso. Ad ora sono fermo, poi non è che abbia chissà che pretese, quindi vedremo".

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Daniele Fortunato, allenatore, ai microfoni di Francesco Benvenuti © registrazione di TMW Radio