
L’Inter batte il Milan con un netto 3-0 e vince la Supercoppa Italiana, primo trofeo stagionale, il terzo del Simone Inzaghi nerazzurro. Uno specialista delle partite da dentro o fuori. Sono Federico Dimarco, Edin Dzeko e Lautaro Martinez i marcatori dell’incontro. Dzeko come Milito, non per trofei sollevati al cielo con la maglia nerazzurra - El Principe è irraggiungibile - ma per come ha beffaro Tonali nell’azione del raddoppio dell’Inter. La giocata ha richiamato alla mente il modo con cui Milito beffò il connazionale Demichelis prima di consegnare la Champions League alla storia nerazzurra. Il Milan è apparso l’ombra della squadra che ha vinto con merito il campionato, lontana dallo smalto dei giorni migliori. Pioli dovrà lavorare sodo per smaltire alla svelta le tossine di questa sconfitta.
Le formazioni
Nel consueto 4-2-3-1 di Pioli ci sono due novità: Kjær sostituisce Kalulu e Messias viene preferito a Saelemakers. Tonali riprende il suo posto accanto a Bennacer dopo aver scontato la squalifica in campionato. Solito 3-5-2 per Inzaghi, formazione tipo con Acerbi e Darmian in luogo di De Vrji e Dumfries. Lukaku, recuperato dopo il fastidio al ginocchio, si accomoda in panchina.
Primo tempo
L’Inter trova il gol dopo nove minuti con un’azione da manuale. Sono quattro i tocchi che scortano il pallone alle spalle di Tatarusanu. Quattro, come i moschettieri nerazzurri Darmian, Dzeko, Barella e Dimarco, abili nel colpire ed affondare il fioretto nella difesa rossonera. Magistrale l’assist di Dzeko, ormai sempre più a suo agio nelle vesti di trequartista mascherato. Il no-look con cui serve Barella è da riguardare più volte. Dzeko è in palla e realizza il 2-0 con una giocata che, probabilmente, gli concede le credenziali per accedere nel Parnaso dei grandi attaccanti. Bastoni batte rapidamente un calcio di punizione e serve il compagno che, leggiadro come una libellula, aggira Tonali e beffa un incolpevole Tatarusanu. Ventuno minuti di puro Interismo bastano per esorcizzare un piccolo Diavolo. Pioli strofina la lampada cercando di emulare Aladino, ma il genio e la sregolatezza di Leao rimangono letargici e non impensieriscono Skriniar, adeguatamente protetto dal prezioso Darmian. Theo Hernandez si accende a strappi, Tonali viene asfissiato dai tentacoli di Barella e Inzaghi può così dormire sonni tranquilli.
Il secondo tempo.
La reazione rossonera è più isterica che frutto di una manovra razionale. Solo conclusioni dalla lunga distanza che fanno il solletico ad Onana. L’Inter controlla e cala il tris con Lautaro Martinez. El Toro riceve palla da Skriniar in versione quarterback, vince il duello con Tomori e buca Tatarusanu con un tocco d’esterno. La gara termina all’insegna del dominio nerazzurro. Inzaghi festeggia, Pioli incassa e mastica amaro.
Top
Dzeko: è il migliore in campo. Elegante, raffinato, determinante. In una sola parola: decisivo.
Dimarco: il sinistro è fatato e lo dimostra non solo in occasione del gol. Il mancino disegna traiettorie armoniche da fare invidia al Brunelleschi.
Barella: probabilmente visiterà i sogni di Bennacer e Tonali e li trasformerà in incubi. Ha mille polmoni: pressa gli avversari, li induce all’errore, recupera e rilancia l’azione come in occasione del vantaggio interista.
Flop
Leao: è controllato a vista da Skriniar e Darmian. I due Tango & Cash nerazzurri non lo perdono di vista neanche quando si incammina verso il bordo campo per sorseggiare dell’acqua. Si innervosisce e la sua classe, spesso determinante, questa volta evapora troppo in fretta.
Tomori: viene asfaltato nel corpo a corpo da Lautaro Martinez. Il terzo gol nerazzurro ce l’ha sulla coscienza.
Messias: prova ad inventare la giocata ma è sempre fuori dall’azione. È discontinuo.
L’arbitro
Maresca: la sua partita è da 6.5. Mantiene la gara sempre sui binari della correttezza. Si affida al Var solo nei casi dubbi. Ha sempre il polso della situazione ed è costantemente nel vivo dell’azione.
di Raffaele Garinella