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Di Gennaro: "Finale di coppa Juve-Napoli. L'Inter può rientrare in corsa in Serie A"
03 giu 2020 20:00Calcio
© foto di Federico De Luca

L'ex centrocampista Antonio Di Gennaro è intervenuto in diretta a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, cominciando nel suo intervento in risposta ad un ascoltatore che sottolineava i big match giocati in casa dalla Juventus nel girone d'andata: "Succederà anche ad altre squadre, è un'anomalia. Ma si spera e si pensa anche che a metà luglio i tifosi possano tornare allo stadio. Forse potrebbe essere uno svantaggio, e si è visto in Bundesliga che il fattore campo non c'è più. La Juventus però praticamente ha due squadre, sarebbe riduttivo ridurre il discorso ai tifosi, non è una percentuale altissima".

Crede davvero che i club potrebbero non rivelare eventuali positività? "Si legge dei medici, soprattutto in Serie C, che denunciano situazioni allarmanti: non vogliono ripartire e pensano di dimettersi. Non credo si arrivi fino a questo punto, fa parte di una cultura sbagliata celare i positivi: oltre a uno squallore totale, si va incontro a problemi. Triste ed antisportivo".

La Serie B riparte. "Sì, i problemi sono in C. Qui la Serie C sembra non volersi mai risolvere, eppure Gravina era stato chiaro. Magari potrebbero ripartire a metà luglio". Che ne pensa dell'algoritmo? "No, è come il sorteggio. Non mi piace assolutamente. Bisogna trovare una via d'uscita, se vogliono percorrere la media punti devono re-inventarsela per certi versi".

Quale potrebbe essere la finale di Coppa Italia? "Credo a Juve-Napoli. Sono le prime partite, e bisogna vedere con che testa ricominceranno questi calciatori. So che Conte sta facendo una preparazione più dura rispetto all'estate. Non manderà la Primavera, ma loro dovranno concentrarsi su campionato e Europa League. In una Serie A così atipica potrebbe tornare in corsa per lo Scudetto".

In Serie C si è perso il senso del discorso? "Non trovano la giusta linearità, né i presidenti né le altre parti. Devono inventare qualcosa che possa andare bene a tutti. Anche sulla riforma dico che la settimana scorsa è venuta fuori la situazione della Casertana... Ma di cosa parliamo? La base è riformare". Ma perché non lo fanno? "Manca uno che decida, che metta le regole. A Bari è entrato Giancaspro con un aumento di capitale ed ha distrutto una società, una squadra ed una tifoseria. Per cosa? Sono anni che si va avanti così, a stipendi non pagati ed altre cose più gravi. Ricordo che una volta un noto avvocato mi fece vedere un plico di carte, dicendomi che era tutta da rivedere la Serie C, 70 squadre non vanno bene. Non c'è una regolamentazione di fondo".

Un po' ipocrita l'indignazione italiana per la morte di George Floyd? "Gli stadi nuovi portano anche a telecamere per controllare: ricordo che il tifoso che gridò cose razziste a Sterling fu beccato subito. Per questo bisogna investire, per non essere sempre quelli del dopo, invece di provare a prevedere. Questo è anche un fatto di cultura".

L'Assoagenti fa capire che a oggi al 30 giugno un calciatore possa cessare l'attività. "Ci devono essere autorità preposte, ben pagate, che decidano. Che si prendano responsabilità, sennò è troppo comodo delegare. Negli altri paesi ognuno ha preso una decisione. Trovare il sotterfugio e il cavillo è proprio una nostra caratteristica, non decidiamo mai d'insieme".

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Antonio Di Gennaro, opinionista Tmwradio, intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini © registrazione di TMW Radio