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De Paola: “Spalletti? Un cane che si morde la coda. Juve, c’è un problema con gli infortuni”
01 ago 2022 11:54Calcio

Paolo De Paola, ex direttore del Corriere dello Sport e di Tuttosport, ospite dell’editoriale di TMW Radio. Di seguito il podcast completo e un estratto del suo intervento: 

In un mercato in cui Spalletti ha perso tanti giocatori importanti, il tecnico vuole due portieri di livello, è andato via Ospina e potrebbe arrivare Kepa. Lo spagnolo è il nome giusto per il Napoli?
“Si sta facendo un film a Napoli, le dichiarazioni di Spalletti su Meret non aiutano. Sono dichiarazioni pesanti e se te allenatore metti in discussione la tecnica del portiere vuol dire che non hai fiducia in lui. È un cane che si morde la coda, se si toglie fiducia al giocatore e lui fa degli interventi approssimativi la situazione non migliora. Certamente il portiere è un punto debole di questa squadra, ma ce ne sono anche altri. Servirà trovare un’amalgama in difesa dopo l’addio di Koulibaly, ma anche in attacco. Il Napoli deve ritrovare un assetto stabile dopo le partenze pesantissime di questa estate”. 

Gli ultimi due pareggi contro Adana e Maiorca hanno evidenziato che si produce e si segna poco in attacco.
“La squadra in questo momento è concentrata sul non commettere errori, questo ti toglie serenità in attacco. Quando non hai fiducia e certezze nel reparto difensivo ti concentri solo in quella fase e pensi meno all’attacco. Anche questi “pareggini” possono essere indicativi, bisogna vedere cosa è successo. Sono usciti giocatori molto forti e sono arrivati dei giovani che vanno inseriti. Sicuramente le finanze hanno avuto un grande vantaggio, da un punto di vista economico bisogna fare i complimenti al Napoli. Per il discorso competitivo, invece, c’è un grande punto di domanda”. 

Il Milan intanto batte 2-0 il Marsiglia e oggi arriva De Ketelaere. La squadra continua a crescere intorno ai giovani, può essere ancora un progetto vincente?
“Il Milan è un esempio e lo deve essere anche per il Napoli, i rossoneri hanno dimostrato di poter vincere lo Scudetto anche con trenta milioni di monte ingaggi in meno dei partenopei. Il Milan non ha una politica sfiduciante per i giocatori, inserisce con calma i nuovi all’interno di un contesto di squadra ben strutturato. Adli è entrato benissimo come sostituto di Kessié, vedremo come si inserirà De Ketelaere. È la squadra che gioca il calcio più europeo in Serie A, vediamo come potrà andare avanti con queste scelte oculate”. 

In casa Juventus tiene banco il tema infortuni dopo la sconfitta contro il Reali. Si aspetta altri 2-3 colpi di grande livello da qui a fine mercato?
“Va sicuramente rivisto qualcosa dal punto di vista medico, i tanti infortuni delle ultime stagioni testimoniano un qualcosa che non funziona. Non so se è un problema di preparazione e se i giocatori hanno una postura in campo non corretta. Tutto questo incide sulla squadra e sul benessere anche psicologico dei giocatori. Questo però non può essere un alibi per Allegri. Alla fine il tecnico livornese avrà la squadra che vuole, se dovessi dare un titolo per la stagione di Allegri è “sono finiti gli alibi”. Con Di Maria, Pogba, Bremer e altri inserimenti che arriveranno bisogna vedere qualcosa di diverso, specialmente nella manovra difensiva che ha lasciato maggiormente a desiderare. Allegri avrà la squadra giusta per mettere a tacere chi contesta il suo gioco. Su Pogba è chiaro che il francese voglia giocare il Mondiale, si farà di tutto per farlo andare in Qatar. Ciò che mi sorprende è relativo alle visite mediche, qualcosa non mi convince. Si parla di questa “pizzicatura” del menisco, sicuramente può essere legata a un evento traumatico ma questo atteggiamento, avuto anche al Manchester United, non mi convince da parte di Pogba”. 

Sugli aspetti positivi della Juventus, Di Maria fa ancora la differenza e si vede anche se la partita con il Real non ha inciso fino in fondo. Con l’argentino hai una certezza tecnica, cosa può dare a questa Juve? 
“Di Maria appartiene a quei giocatori che non sciupano i palloni, non perde palla anche quando non riesce a incidere. Vorrei vedere da Di Maria un’attenzione alla fase offensiva della squadra, solo Ronaldo aveva la personalità di spingere i compagni a fare qualcosa in più. Alex Sandro ad esempio si è adattato e si è seduto perché è arrivato alla Juve, i primi due anni spingeva e crossava dal fondo, adesso invece si accontenta del compitino”. 

Milinkovic-Savic è un semplice sogno o può diventare un obiettivo concreto per la Juventus? 
“È cambiata la strategia di acquisto della Juventus, non si fanno più trattative morbide che durano molto. Il nuovo range di aggressione sul mercato è sul modello Bremer, mi siedo al tavolo e prendo il giocatore. Può capitare lo stesso per Milinkovic-Savic, il giocatore piace tantissimo ed è idoneo per le idee di gioco di Allegri. Gioca a testa alta, ha fisicità e fa bene entrambe le fasi. Non puoi pensare di trattare per settimane con Lotito, devi sederti al tavolo e presentare l’offerta giusta”.. 

Per Zaniolo invece?
“La pista si è raffreddata, bisogna vedere come lo vorrà gestire Mourinho. Se non dovesse garantirgli la titolarità, allora Zaniolo potrebbe lasciare la Roma ma sicuramente a cifre più vicine alle idee della Juventus, non ai 50 milioni richiesti in questo momento dai giallorossi”. 

Con gli infortuni di Pogba e McKennie la Juventus ha lo stesso centrocampo dello scorso anno? 
“Sicuramente i loro infortuni incidono, ma la Juventus ha a disposizione anche tre giovani importanti come Miretti, Rovella e Fagioli. Soprattutto il primo può essere un elemento utile, anche se ad Allegri piace una certa fisicità e per questo motivo sta lanciando Fagioli in queste amichevoli”. 

Ultima domanda sulla Roma, con i possibili arrivi anche di Wijnaldum e Belotti che squadra sta nascendo in casa giallorossa? 
“Una squadra di giocolieri, sul modello del Barcellona di Xavi, Messi e Iniesta. Una squadra molto forte con il pallone tra i piedi, che ha qualità e che sa saltare l’uomo. Non si baserà sulla spinta sugli esterni o sull’attacco, si concentrerà tutto o quasi al centro del campo con l’obiettivo di tenere sempre il pallone e attenzione anche al ruolo di Dybala, che sarà più centrale nel gioco della Roma”.

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Editoriale con Paolo De Paola, intervistato da Vincenzo Marangio © registrazione di TMW Radio