
Nel corso dell’appuntamento odierno con L’Editoriale sulle frequenze di TMW Radio è intervenuto il direttore Paolo De Paola. Queste le sue parole: “Sembrava essersi bloccata la questione Osimhen, sono arrivate le garanzie del Galatasaray. Un accordo blindato per il ritorno di Osimhen in Italia, poteva interessare Milan o Juve ma questo accordo cambia la situazione e lo scenario. Sicuramente il prossimo anno il nigeriano giocherà al Galatasaray e questo cambia i piani di alcune squadre, soprattutto la Juventus”.
Sacrificare Weah e Mbangula per arrivare a Sancho è la strategia giusta per la Juve?
“Non riesco a capire il mercato della Juventus. Si punta sui giovani o no? Alcuni giovani che potrebbero diventare giocatori di qualità come Mbangula, un giocatore che salta l’uomo, va all’estero. Va irrobustito, ma è un giocatore sul quale si può lavorare. Non mi libererei con tanta facilità per prendere un giocatore che comunque porta qualche punto di domanda come Sancho. Si è capito il mercato in difesa della Juve? C’è un caso enorme come quello di Vlahovic, come si intende risolvere la questione? Si fanno tante chiacchiere con un modo di procedere altalenante, non vedo una linea strategica. Mi sembra che si vogliano contenere i costi, anche sacrificando la linea giovane. La stessa strategia che era stata rinfacciata a Giuntoli”.
La gestione societaria della Juve la convince?
“John Elkann è un grandissimo imprenditore, ma verso il calcio ha un approccio che per me non è proprio corretto. Vede il calcio come un’azienda ma ignora la passione, noi ricordiamo la gestione di Andrea Agnelli che era rappresentata da passione e trofei. Rimpiango quella passione e la voglia di buttare il cuore oltre l’ostacolo, anche con spese inappropriate come l’affare Ronaldo. Un po’ di passione ci vuole, non si può trattare la Juventus senza passione ed entusiasmo. Non si ricostruisce DNA, non tutti sono tagliati per certe gestioni. Chiellini non mi sembra così entusiasta, il suo primo atto è stato acquisire una quota della squadra di Los Angeles, mi sembra tutto sballato. L’azienda va benissimo, ma se non c’è la passione questa azienda non la puoi mai trasformare in qualcosa di vincente”.
C’è poca chiarezza anche in casa Milan?
“Il Milan ha un vantaggio, ha un direttore sportivo che sa come muoversi nel nostro campionato. Il Milan ha perso un giocatore importante come Reijnders, non sappiamo se Ricci e Modric saranno in grado di mascherare l’assenza di Reijnders. La mia perplessità riguarda il gioco del Milan, la rosa è di buon livello e lo era anche lo scorso anno, ma inadatta a qualsiasi allenatore. Nessuno ci ha capito nulla a livello difensivo, grande qualità offensiva, ma non c’era equilibrio e solidità difensiva. Il Milan era bello a livello offensivo, ma un colabrodo difensivo. Servono rinforzi in difesa, soprattutto sui terzini, un leader difensivo. Maignan capitano può bastare per regolare i problemi del Milan? Non so se tutto questo può bastare per Allegri, al Milan c’è bisogno di un’organizzazione di gioco che faccia emergere i singoli. Credo comunque che il Milan sia più forte della Juve sulla carta, poi bisognerà vedere come giocheranno”.