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De Paola: ”Gravina doveva metterci la faccia e dimettersi con Spalletti”
09 giu 2025 12:02Calcio
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Nel corso dell’appuntamento odierno con L’Editoriale sulle frequenze di TMW Radio è intervenuto il direttore Paolo De Paola. Queste le sue parole: “Quanto successo in questi giorni è l’ennesimo incredibile scivolone della Federazione, specialmente nella figura di Gravina. Non puoi mandare un allenatore esonerato in conferenza, anche se lo ha chiesto lui. Devi essere presente e metterci la faccia, è una delle tante decisioni bislacche nel percorso di questa nazionale. Ricordiamo l’ultimo mondiale saltato, c’è la vittoria degli Europei ma è come la differenza tra lo Scudetto e la Coppa Italia. È prestigioso, ma rischiare di non andare per la terza volta a un mondiale è gravissimo e questa responsabilità non deve prendersela Spalletti. Può essere inadatto a fare il commissario tecnico essendo un allenatore da campo, ma non deve essere lui a prendersi le responsabilità. Il primo responsabile è il presidente della Federcalcio Gravina e doveva dimettersi insieme a Spalletti. Il mondo può fare a meno di Gravina, si trova un altro presidente al suo posto e poco interessa dell’elezione unanime, l’unanimità è un aspetto politico non per consenso”. 

 

Spalletti è stato tradito?

“Ha fatto i nomi emozionandosi sui nomi. Prima ha detto Gravina, poi si è riferito ai giocatori come se li sentisse figli. Spalletti ha un atteggiamento umano e professionale, dà l’anima e non è riuscito a trasmettere questo ai giocatori. Gli altri protagonisti di questa vicenda sono loro, dobbiamo svelare cosa non va nella categoria dei giocatori. È una categoria che prescinde da qualsiasi impegno e professionalità, ho la sensazione che il senso di unità che richiede la nazionale non è stato onorato da questo gruppo. Il rompete le righe del campionato e di una stagione pesante ha condizionato questo impegno fondamentale per la nazionale, evidentemente non c’è una gerarchia delle cose importanti nella testa di questi calciatori. Gli impegni con la famiglia e i figli sono importanti, sia chiaro, ma Spalletti e il presidente Gravina non hanno trasmesso l’importanza della nazionale. Questo è stato il blackout che tutti hanno percepito, perché la Norvegia ha avuto questo impeto d’orgoglio aggredendoci dal primo minuto? Questo carattere ci distingueva in passato, la nazionale unificava i giocatori al popolo. L’ultima nazionale che ha trasmesso questi principi è quella del 1982, noi non ci riconosciamo in questi giocatori”. 

 

Cosa altro deve succedere per vedere qualcuno assumersi la colpa?

“C’è un fastidio totale verso la politica romana, verso questo centro di potere che va al di fuori delle regole meritocratiche, regole che non percepisce la gente. Questi circoli romani, queste amicizie e piccoli clan di potere che coinvolge moltissimo lo sport italiano. C’è un elenco di problematiche che richiedono ore di analisi, mi riferisco all’ultima decisione che riguarda il Brescia. Puoi interrompere un playout il giorno prima della gara d’andata? Da questo playout esce una situazione che lascia perplessi. Una squadra era già retrocessa ovvero la Samp, ora è in ballo. La Salernitana avrebbe avuto una classifica definitiva giocando il playout, il Brescia sarebbe retrocesso in seguito alla penalizzazione, mentre la squadra salva anche perdendo il playout sarebbe stata la Salernitana che subisce un danno enorme. La colpa è del presidente della Lega Serie B, soprattutto del presidente della FIGC Gravina e del ministro Abodi. Questo tipo di coesione tra questi poteri nel decidere cose non possono non creare dei sospetti, quando crei un sospetto hai già fallito sulla tua operazione di trasparenza. Il playout andava assolutamente svolto, per non parlare poi delle riforme mancate e gli scempi della giustizia sportiva, tra plusvalenze e altro. Quello che sta facendo il calcio è pazzesco, ma tutto ciò viene consentito nel nome di un bene comune da salvaguardare, non si possono però stravolgere tutte le regole”. 

Redazione TMW Radio