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De Paola: “Berlusconi ineguagliabile, ha fatto la storia del calcio italiano”
12 giu 2023 11:31Calcio
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Durante l’appuntamento odierno con L’Editoriale è intervenuto sulle frequenze di TMW Radio Paolo De Paola. Queste le sue parole:

 

Direttore un ricordo di Silvio Berlusconi.

“Ho un’esperienza anche personale con lui, quando prese il Milan nel 1986 seguivo i rossoneri. È stato un grande personaggio, è stato anche il Presidente più vincente al mondo. Ha creato un’organizzazione perfetta, capace di controllare tutto. Aveva un braccio destro formidabile come Galliani ma creava nella struttura organizzativa delle figure fondamentale, dal merchandising al marketing. Con le sue scelte forti ha sfondato le porte e ha cambiato tutto, lo ha fatto ad esempio anche con Sacchi. Lo ha difeso davanti ai giocatori nello spogliatoio. I suoi risultati erano frutto di idee e di coraggio, con Galliani e Braida ha creato un trio fantastico per il Milan. Ciò che ha portato al calcio, a prescindere dalla politica, è ineguagliabile. Racconto poi un aneddoto carino, quando sono diventato Direttore di Tuttosport mi ritrovai a cena con lui e ricordo che eravamo con diversi sponsor. Non ho mai visto una persona riuscire a mangiare e a dialogare per due ore coinvolgendo tutti su argomenti tutti interessanti. Ha saputo reggere due ore di conversazione in cui era il direttore d’orchestra.”

 

Cosa lascia la finale di Champions?

“Guardiola ha ribaltato completamente i suoi canoni di gioco, è passato da un tiki-taka spesso stucchevole a una libertà che lascia ai suoi giocatori, creando delle situazioni di gioco nuove. L’Inter è stata bravissima con Acerbi, con tutta la difesa e anche con il centrocampo nello spezzare tutte le dinamiche di gioco del City e nel ripartire al meglio. Chapeau all’Inter, ma ricordiamo che il calcio è evoluzione. Il City è la prima delle due big con il PSG a vincere la Champions e lo ha fatto grazie al lavoro di un grande allenatore. È passato dal tiki-taka a un’organizzazione diversa e molto più verticale, tutto questo però è dovuto alla creazione di un’organizzazione di gioco.”

 

Come ne esce Simone Inzaghi?

“La scommessa vera di Inzaghi è lo Scudetto. Il punto chiave, o forse il punto debole, di questo allenatore è la continuità. Per brevi tempi la sua Inter può essere straordinaria, come lo è stata in questo finale di Champions. Se però perdi 12 partite non va bene, non riesci ad essere competitivo in campionato nonostante la rosa più forte della Serie A insieme alla Juventus. L’Inter però non può accontentarsi di vincere una Coppa Italia o della Supercoppa, con tutto il rispetto di questi trofei.”

 

Questa stagione rappresenta la rinascita del calcio italiano?

“Abbiamo una struttura tattica e strategica di primissimo livello, come dimostrano i risultati anche dei nostri allenatori all’estero come Ancelotti. Il nostro problema è a livello giovanile, non riusciamo a costruire dei giovani giocatori perché siamo legati a principi troppo speculativi. Non riusciamo a valorizzare giocatori per le loro qualità, non si cerca la capacità di superare l’avversario, non si valorizza il dribbling. Non si può vivere solo di organizzazione. Gli allenatori moderni come Spalletti riescono ad unire queste due cose, lui chiede anche ai terzini di spingere e di provare la giocata, si vuole premiare il coraggio. La nostra scuola tecnica e tattica però è di primo ordine.”

TMWRADIO Redazione