
Gianni De Biasi, ct dell’Azerbaigian, ha così parlato a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, a cominciare dall’Europeo vinto dagli Azzurri: “Noi italiano sappiamo rialzarci con determinazione e cavalcare l’onda: quando eravamo più opulenti non c’era la voglia di fare squadra e dimostrare che ci siamo. L’abbiamo fatto all’Europeo, lo stiamo facendo alle Olimpiadi: è un messaggio per la nazione”.
Dove lo vede Zaniolo? “Sa sfruttare la sua capacità di penetrare palla al piede o sulla profondità. Mi auguro recuperi al 100% e riesca a far vedere le sue qualità. Mancini l’aveva convocato già in tempi non sospetti, ci farà sicuramente affidamento. Come campione è in erba, deve dare ancora al calcio italiano”.
Quale il nuovo binomio che la stuzzica di più? “Credo che il mercato avrà sviluppi successivi, in molti non hanno la voglia di investire o non hanno certezze su cui basarsi. Sarà difficile dare una valutazione chiara al lavoro”.
L’Inter senza Conte, Hakimi e Lukaku quanto perde? “Molto. Anche Conte senza due come Hakimi e Lukaku avrebbe perso… Uno ha arato più volte la fascia, l’altro è un uomo squadra fondamentale. Mi auguro che Simone Inzaghi possa fare bene, come allenatore è bravo ma ogni contesto è diverso”.
Chi sceglierebbe per sostituirlo tra Zapata e Vlahovic? “Duvan magari ti dà qualche sicurezza in più, per quanto fatto negli ultimi anni. Sono entrambi giocatori validissimi, nessuno dei due vale Lukaku, Zapata gli somiglia di più. A me Vlahovic piace tantissimo, Firenze l’ha fatto conoscere, forse andrà ad affermarsi in qualche altra realtà”.
Servirebbe uno alla Immobile… “Uno che attacchi la profondità. Non credo che Inzaghi si soffermi più su certi aspetti, è che vuole far fare a chi ha disposizione le cose in cui riescono meglio”.
Di Belotti che ne sarà? “Sono uno che si affeziona ai calciatori, ma non ne fa un dramma se qualcuno cambia squadra. Morto un Papa se ne fa un altro: se Belotti dovesse andare via nessuna disperazione, conta sostituirlo bene, con qualcuno che sappia far gol e tiri su pure il morale alla tifoseria. Ne hanno bisogno”.
Che consiglio gli darebbe? “Di andare, gli servono nuovi stimoli. Se avesse un’occasione in Inghilterra, ci andrei di corsa”.
Anche allo Zenit? “Perché no? Sarebbe un’esperienza nuova, imparerebbe cosa significa vivere lontano dalla realtà quotidiana”.
L’età è quella da ultimo treno. “Ha bisogno di stimoli nuovi in ambienti diversi, per trovare un’altra linfa. Ora invece recita il ruolo di quello che ama la piazza e quindi rimane lì. L’amore per la piazza si può dimostrare anche in altri modi”.
Che ne pensa dell’addio di Messi al Barcellona? “Credo non abbia bisogno di particolari consigli da parte mia… Farà la scelta che ritiene più giusta sia per la sua famiglia che per i suoi interessi personali. Queste sono le cose che muovono i campioni, quelli che hanno vinto tutto”.
A breve comincia il campionato azero. “Finalmente abbiamo i calciatori della nostra nazionale che iniziano ad uscire, ne abbiamo due in Polonia e settimana prossima vado a vederli. Sarà una bella esperienza per loro, ma un po’ anche per me”.
Un bilancio della sua avventura da ct dell’Azerbaigian? “Siamo cresciuti in quanto a intensità e determinazione, fatichiamo un po’ a fare gol perché quella è una questione di qualità”.
Ora quali obiettivi? “Dobbiamo cambiare un po’ tra una partita e l’altra, per formare un gruppo”.
L’Atalanta può essere la mina vagante? “Potrebbe, ma sulle ipotesi è sempre difficile lavorare. Avere meno pressioni sicuramente aiuta”.
Quant’è importante che le squadre azere vadano avanti in Europa? “Tra tutte quelle che ha regalato maggiori soddisfazioni è il Qarabag. Fa la differenza misurarsi in contesti internazionali”.
Si aspetta qualcosa di diverso con il ritorno della gente negli stadi? “Il pathos è totalmente differente, ci sarà di certo un miglioramento della qualità e dell’emozione per tutti”.