
Nella serata di TMW Radio, all’interno di “Piazza Affari”, è intervenuto il giornalista e radiocronista di Radio Rai Manuel Codignoni.
Guardando l’Italia, tra stage e rivoluzioni, in fondo giocano più o meno sempre gli stessi…
“Se aggiungiamo il fatto che giocatori come Tonali non vengono portati, comprendiamo come Mancini abbia deciso di puntare sull’usato sicuro. Diversi CT hanno questa caratteristica. Abbiamo vinto un Europeo, ma abbiamo fallito due qualificazioni ai Mondiali, eppure si sta puntando più o meno sugli stessi giocatori. Forse Mancini sta scegliendo qualcosa di oliato contro una Nazionale, quella spagnola, che potrebbe avere meno intesa avendo cambiato qualcosa”.
Percorso molto positivo per l’Under20, anche se le istanze faticano ad arrivare in alto…
“Partiamo dagli Azzurrini, che sono andati in difficoltà per due distinti motivi: il campo era tremendo e non favoriva le caratteristiche tecniche; gli uruguagi avevano più gamba. Due uomini sono stati messi in mostra: Casadei e Pafundi. Il loro percorso, all’infuori della Finale, è stato veramente importante”.
Mancini diventerà l’allenatore del Napoli Campione d’Italia una volta terminata la Nations League?
“Mah, non lo so. Mi viene da dire “ma chi glielo fa fare”, perché ora la panchina del Napoli Campione scotta. L’entusiasmo dei tifosi del Napoli da detentori del titolo secondo me è maggiore rispetto a quello dimostrato dalle ultime squadre in grado di vincere il campionato. Gli sportivi vivono anche di sfide e sicuramente il fascino c’è, ma se io fossi in lui non so se lo farei”.
Dall’altro lato del tabellone Croazia e Olanda. Chi è favorita per il passaggio del turno e perché?
“Quando si arriva alle ultime due partite di un torneo dico sempre Croazia, perché ha il giusto mix di esperienza ed esplosività. Hanno un grandissimo tasso d’esperienza. L’Olanda è stata appassionante da seguire durante il Mondiale, ma credo che i croati abbiano qualcosa in più, un po’ come la differenza che a volte si vive quando incontri una squadra in un girone”.
Frattesi è stato scelto per parlare in conferenza stampa. È un segnale di “salita nelle gerarchie”?
“Il ruolo della parola è importante e decidere a chi affidare questo ruolo è qualcosa che si avvicina molto ad un’investitura. Ogni tanto gli allenatori lo fanno come stimolo e come pungolo al giocatore stesso. Mi viene in mente Mourinho che ha fatto parlare Zalewski e Bove quasi per “svezzarli” anche sotto quel punto di vista”.
Attaccanti da recuperare?
“Vorrei fare il nome di Moise Kean, che secondo me non è ancora bruciato. Anche se ha abbandonato il ritiro dell’Under21 può essere ancora recuperato e all’altezza di quella maglia”.
Capitolo Zaccagni: riuscirà a riconquistare definitivamente le grazie di Mancini?
“Zaccagni è stato scintillante in campionato e non so che altro debba fare per prendersi la maglia della Nazionale. Ha dimostrato veramente tantissimo”.
Parliamo dei portieri… con tanti profili che in Serie A si sono messi in mostra… quasi a voler insidiare il posto tra i pali di Donnarumma…
“Con Donnarumma è stata fatta una scelta “stile Buffon”, rendendolo elemento collante della difesa lungo le generazioni. Vari portieri hanno fatto grandi cose quest’anno, tra Vicario, Meret e Provedel, ma il numero uno per Mancini resta Gigio”.