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Canovi: "Macché botti, la Juve è sotto di 200 milioni. Inter, occhio a Eriksen"
11 set 2020 19:00Calcio
© foto di Federico De Luca

Dario Canovi, decano dei procuratori, è intervenuto in diretta sulle frequenze web di TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto. Le sue riflessioni cominciano da un possibile triangolo Dybala-Benzema-Chiesa: "Sulla carta potrebbe essere una bellissima operazione, ma perso come tale rimanga. Non credo al Real Madrid abbiano bisogno di Dybala, e per Zidane uno come Benzema è profilo su cui basare tutto".

Come finirà Suarez-Juventus? "C'è da tenere presente la volontà di Suarez, se sia rimasta sempre la stessa. Con la conferma di Messi, penso che la sua voglia di andarsene dal Barcellona sia diminuita. E poi rimane anche la questione legata al passaporto: quando hai a che fare con la burocrazia italiana, seppure i poteri della Juventus siano forti, puoi aspettarti di tutto. Mi sembra difficile ottenere in meno di un mese la documentazione".

E quindi che fare? "Agnelli all'ECA ha fatto capire che i problemi economici colpiscono le grandi squadre, e non solo le piccole. D'altronde un nazionale italiano (Florenzi, ndr) va al PSG per 1 milione. Ok che è di prestito, ma sono cifre da Serie C. Tranne Milan e Napoli quali altre squadre hanno fatto acquisti? Torino, poi movimenti dello Spezia... Gli acquisti migliori sono stati fatti a gennaio, da Fiorentina e Juventus. Dopo il Covid, ci accorgiamo che i grandi club non hanno soldi. L'Inter ha reinvestito quanto avuto dalla cessione di Icardi ma non ha fatto altro. E temo che tra un po' sentiremo Conte nuovamente piangere e lamentarsi. Siamo in un momento di grandissima crisi economica e questo non può non ricadere sul calcio e sulle valutazioni folli che si davano. Neanche in Inghilterra ci sono stati i grandi acquisti, almeno non all'altezza delle passate stagioni".

Difficile aspettarsi fuochi d'artificio dalla Juventus? "Eh, sono sotto di 200 milioni... E non lo dico io, ma Agnelli. Da quello che mi risulta la Juventus è in diversi anni in regime di autosufficienza, visto che nel campo automobilistico c'è grande crisi non penso che la casa madre possa sovvenzionare una squadra di calcio, visto che ha problemi ben maggiori. Bisogna comprenderle certe cose, essere meno tifosi e capire le priorità che non sono magari i grandi campioni".

Icardi è contento a Parigi? "Non credo sia felice, e penso che Wanda a breve inizierà a lamentarsi. Quando hai davanti Di Maria, Mbappe e Neymar è tosta giocare. E vedo che anche senza uno di questi, come accaduto in Champions, l'allenatore gli preferisce altri profili. E parliamo di Choupo-Moting, non esattamente un fenomeno. Mi sembra un segno evidente della poca fiducia in lui...".

La stessa di Conte per Eriksen? "Un altro acquisto che non ho capito. Dato che non penso sia stato preso contro la volontà di Conte, il danese non starà facendo i salti di gioia per rimanere a Milano. Sono convinto che se arrivassero offerte l'Inter ci penserebbe, ma chi può farla? Questi acquisti sono venuti prima della crisi, e oggi non ci sono più. Un club non può permettersi oggi una minusvalenza importante, e l'Inter avrà un problema se Eriksen giocherà poco come successo finora".

Koulibaly andrà al Manchester City o ci sarà un sorpasso PSG? "Secondo me il PSG non fa un investimento così, e non penso ci siano club disposti a versare le cifre che De Laurentiis chiedeva fino all'anno scorso. Irrealizzabili. Non è che il City stesso possa fregarsene dell'UEFA dopo che gli è stata messa una bella etichetta sopra. Koulibaly è tra i migliori centrali nel panorama calcistico, ma io le cifre come l'anno scorso, 70-80 milioni, non le sto sentendo. Pensiamo che Icardi sia stato valutato 50... Abituiamoci al fatto che le quotazioni dell'anno scorso non ci sono più. Magari torneranno ad esserci, ma c'è anche il fatto che la crisi economica non è ancora arrivato al culmine, secondo me gli effetti li vedremo tra autunno ed inverno. Ho conosciuto imprenditori con patrimonio incredibile che, una volta diventati presidenti di calcio, si mettevano a fare follie da tifosi. In Premier se non sbaglio quattordici club su venti hanno proprietà straniere, e anche in Italia ne vediamo diverse. Ormai il calcio è in mano ai finanzieri, non più ai tifosi, e questi ragionano in maniera economica. Questo impedisce anche follie viste fino a un paio d'anni fa... L'altra sera ho sentito dire a Galliani delle cose molto intelligenti, da dirigente illuminato qual è: oggi c'è un'altra mentalità, perciò scordiamoci certe cose e pensiamo che il calcio è in mano all'alta finanza. Recentemente ho avuto il mandato come avvocato per far acquisire un club italiano a un gruppo finanziario maltese: Perugia, Spezia ed altre. Dicevano cose giuste: anche i fondi d'investimento che fanno parte di grandi casse di previdenza dei lavoratori statunitensi, stanno investendo nel calcio e non più nei bot o altre cose simili. Perché il calcio dà una maggiore possibilità di guadagno immediato, secondo loro, e in alcuni paesi come l'Italia è economicamente sottostimato. Mi ha aiutato a capire perché gruppi finanziari come Elliott o gli americani che hanno acquisito il Bordeaux e il Caen in Francia, comincino a pensare al calcio come fonte di guadagno. Ma ciò significa anche far quadrare i bilanci, oppure non si guadagna nulla. Per me non ci saranno più follie".

Dzeko rimarrà alla Roma? "Io sono convinto di no. Quando un giocatore vuole andare via, lo fa, e per me Dzeko vuole cambiare casacca. In campo ci vanno i calciatori, non i contratti".

Lautaro Martinez rimarrà all'Inter? "Prima dell'anno prossimo credo anch'io non se ne vada: quest'anno al Barcellona c'è un casino inimmaginabile. Ora avranno le elezioni e cambierà davvero tutto. Non penso adesso riusciranno a prenderlo, ma terrei l'operazione in caldo per l'anno prossimo".

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