
17° giornata di Serie A, i Top e Flop di Monza-Inter. Alessandro Sticozzi
Allo U-Power Stadium l'Inter prova a dare seguito alla vittoria col Napoli, in casa di un Monza galvanizzato a inizio anno dal pari di Firenze. Inzaghi conferma la formazione anti-Spalletti mentre i brianzoli schierano Mota e Ciurria in appoggio a Petagna.
I primi 20' somigliano tanto alle gare in trasferta dell'Inter. Tanti gol, tanti errori da ambo i lati e assenza di canonica "fase di studio". Inaugura la giostra Darmian, ben servito da Bastoni con un cross dalla trequartI al 10'.
Lo 0-1 dell'Inter dura meno di 60'', dato che Ciurria viene dimenticato liberissimo in area e insacca con un preciso mancino a giro per l'1-1. L'Inter prova a riprendere campo ed è aiutata da una dormita colossale di Pablo Mari al 22': il centrale si ferma palla al piede vicino l'area piccola ed è scippato da Lautaro, che a porta vuota sigla l'1-2. Capiterà poco fino all'intervallo.
Nella ripresa Palladino prova a rendere più avvolgente la manovra e l'Inter controlla, anche senza creare molto dalle parti di Di Gregorio. I nerazzurri sfiorano con Lautaro il punto della vittoria (palo), cogliendolo con Acerbi da fermo. Peccato che l'arbitro Sacchi avesse fischiato poco prima del colpo di testa dell'ex laziale sugli sviluppi di un calcio da fermo.
Inzaghi prova a portarla a casa in maniera speculativa e viene punito nel recupero da Caldirola. L'ex vivaio Inter stacca su Dumfries, sfruttando sia un gran cross di Ciurria, che una deviazione beffarda di Dumfries, suo molle marcatore nella circostanza.
I minuti fino a 97' sono più utili a qualche brivido di gloria per il Monza verso il 3-2, che per un reale tentativo di sussulto nerazzurro.
L'Inter vanifica la gran prova col Napoli confermando difetti antichi della sua stagione. 24 gol subìti, con la seconda peggior difesa in trasferta. Non sono numeri da squadra che vincerà qualcosa; semmai da "Pazza Inter" di stagioni a tratti esaltanti, ma alla fine povere di costrutto in zona titolo. Con questo assetto Inzaghi può sognare casomai una Coppa Italia e un buon percorso in Champions, semmai condito da grandi esibizioni estemporanee. In ottica Supercoppa Italiana contro il Milan, da verificare le condizioni di Barella e Calhanoglu, usciti malconci. Con Brozovic già fuori, più di un campanello d'allarme.
TOP
Lautaro Martinez - Si applica talmente tanto da credere su un pallone "morto" sui piedi di Pablo Mari e convertirlo nell'1-2. Prende anche un palo, sbattendosi anche per il compagno d'attacco, sia nel primo tempo che nella ripresa. Se Dzeko l'aveva poco assistito, Lukaku l'ha danneggiato.
Caldirola - Non segna mai e punisce oltre il 90' la squadra che lo allevò da bambino. Pare un segno del destino, per uno che partì anzitempo da giramondo proprio dalla Primavera nerazzurra.
Galliani - L'esultanza ricorda tempi andati e antichi, di un uomo capace di costruire, resistere e sussistere in un calcio che cambia le stagioni, lasciando immutate poche certezze. A proposito di segni del destino, un pareggio del "suo" Monza contro l'Inter è il sogno di un bambino che si realizza. Palladino è l'ultima delle sue azzeccatissime visioni, peraltro.
FLOP
Lukaku - Zero stop, zero passaggi, zero di tutto dall'ingresso al posto di Dzeko. Talmente imbarazzante in campo da provocare ilarità sulla panchina nerazzurra all'altezza del 90'. Inutile ricordare di come le risate si siano convertiti in depressione nell'arco di pochi secondi. Impresentabile al livello della Serie A. È ingeneroso includere altri "flop", perché tutte le altre prestazioni in campo - tra Inter e Monza - non trovano paragone con quanto di "non proposto" dal belga nel tempo dedicatogli.
Mkhitaryan - Ha il merito di rimanere in campo per 90', ha il difetto di prodursi in un sombrero al 93', facendo partire l'azione che porta al pari monzese.
ARBITRO
Sacchi - Perde un minimo contatto con la gara negli ultimi minuti. Permangono perplessità sull'intensità del fallo di Gagliardini nell'occasione del gol dell'1-3 di Acerbi.