
di Marco Piccari
C'era una volta, forse, il sarrismo e il corto muso.
Una divisione che ha accompagnato Sarri e Allegri quando guidavano squadre con grandi valori tecnici e forte personalità. Juventus e Napoli in quel momento hanno dato vita a sfide e forti divisioni tra giochisti e risultatisti mettendo sul podio i due tecnici. Due allenatori rimasti prigionieri di quei due schieramenti che con il tempo sono spariti, sciolti come neve al sole: oggi un lontano ricordo.
Massimiliano Allegri dopo due anni di stop e con un no, almeno così ci raccontano, al Real Madrid nel 21-22 è tornato alla Juve per riportare i bianconeri in vetta al campionato. L'obbiettivo di Max è sempre stato vincere, il bel gioco lo ha lasciato ad altri o al circo, come ha sempre sottolineato il livornese. Ma il suo ritorno tutto è stato tranne che vincente. Zero titoli nella scorsa stagione, Champions acciuffata con qualche affanno e nel 22-23 , dopo un mercato importante, è partito malissimo. Due vittorie stagionali e due sconfitte nel girone di UCL in due partite. Squadra e tecnico in confusione totale, il torto arbitrale subito contro la Salernitana è servito solo a spostare l'attenzione, ma anche in quella partita non si è visto niente. A tutto questo aggiungiamo le parole incomprensibili di Allegri che sembra rimasto fermo nel tempo, intrappolato nella sua idea di calcio semplice, ma ormai passata di moda. Passare la palla a quelli con lo stesso colore della maglia non basta più per vincere e giustificare il suo notevole ingaggio. Il corto muso e molto corto poco muso.
Non benissimo neanche Maurizio Sarri il fautore del bel gioco. Il suo calcio è esploso prima a Empoli si è consacrato a Napoli per poi perdersi con il Chelsea e non nascere mai con la Juve. Dopo l'esperienza bianconera, approda alla Lazio nel 21-22. Un'esperienza che al momento ha dato vita ad un ibrido, un qualcosa sempre e metà tra quello è stato e quello potrebbe diventare. L'idea del passato spesso cede il passo alle individualità dei calciatori. Nella Lazio anche questa seconda stagione è iniziata ricercando un'identità che sembra perduta o rimasta prigioniera a Napoli. Qualcosa si vede, ma troppo poco e quando arrivano sconfitte pesanti fioccano le accuse. Dopo Lazio -Napoli gli arbitri e dopo il 5-1 subito dal Midtylland in Europa League critiche alla squadra. Parole e il bel gioco dove sta?
Max e Mau sembrano essersi persi, faticano a ritornare quelli che erano e in campo incidono meno e a tratti. Le loro squadre sembrano confuse e alla continua ricerca di qualcosa che non torna mai o comunque poco, ogni tanto riprendono colore per poi tornare nuovamente sbiadite. Veramente poco per emozionare, al punto tale da annoiare e allontanare anche i loro più incalliti sostenitori.
Oggi la domanda è questa: ma il sarrismo e il corto muso esistono veramente? In attesa di risposte consigliamo ai due tecnici di guardare Pioli. Lui non ha portato il piolismo, il tecnico del Milan allena, valorizza i giocatori, crea gruppo e vince.
Allegri e Sarri che tornino ad allenare e in fretta. Il sarrismo e il corto muso: solo una questione letterale.