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Birindelli: "Uomo copertina della Juventus è Ronaldo con Dybala, De Ligt da 8.5"
27 lug 2020 18:30Calcio

L'ex difensore Alessandro Birindelli, intervenuto in diretta nel corso della trasmissione Stadio Aperto, in onda su TMW Radio e ai microfoni di Francesco Benvenuti, si è così espresso sul nono Scudetto consecutivo guadagnato dalla Juventus: "Ci sarebbero due-tre giocatori da menzionare come uomo copertina, scelgo Ronaldo, forse è scontato ma lui è Dybala ancora una volta hanno dato qualità, fatto gol e portato questa squadra al successo anche nel periodo più difficile, quando la squadra non giocava bene e non faceva risultati. Questi due hanno fatto vedere qualcosa in più, in particolare CR7".

Come giudicare la stagione di Sarri? "Ho notato un po' di nervosismo nelle ultime settimane, di solito è tranquillo in panchina e invece si vedeva dello stress che portava dentro, forse anche per le troppe critiche subite dalla squadra in un momento particolare. Forse ha poca abitudine alla pressione esterna del quotidiano, quella che non lascia respiro e tranquillità. Anche se l'età è avanzata, quest'annata a Torino è una buona palestra e gli servirà come esperienza per gli anni futuri. Non abbiamo visto la squadra scintillante come vorrebbe forse anche per le caratteristiche dei giocatori che non ha scelto, ma credo che il percorso possa andare a migliorare".

Cosa aspettarsi dalla Champions? "Sarà una sorpresa per tutti ritrovarsi, la Juve affronterà il Lione che praticamente non ha mai giocato... Si dice che la Juve arriva meglio perché ha già giocato, ma dico che il Lione a suo modo non avrà stress e potrà fare la partita della vita, tutto può accadere: è un mini-torneo in cui farà molto caldo, c'è da capire quanti infortunati ci sono di mezzo, speriamo pochi per Juventus e Atalanta. Tutto ciò rende la competizione affascinante e imprevedibile".

L'Inter sembra ancora da raggiungere la mentalità juventina. "Sono d'accordo, ma fino a un certo punto. Prima del lockdown la Lazio era in corsa, l'Inter idem anche se c'era stato qualche risultato già andato storto, ma credo che comunque alla lunga lo Scudetto lo potesse perdere solamente la Juve: in quanto a qualità della rosa è ancora un gradino sopra le altre, ed ha margini di miglioramento ampissimi. Con Sarri ancora in panchina l'anno prossimo potranno fare grandi cose, e le altre dovranno tener botta".

Kulusevski che innesto sarà? "Devastante. L'ho seguito con attenzione: ha forza, qualità, è bravo tatticamente e rincorre sempre l'avversario. Un giocatore importante per dinamismo, cosa che vuole Sarri a centrocampo. Non scordiamoci l'età, così come per Arthur che ha 23 anni: sono investimenti su giocatori giovani e già affermati".

Come valutare la crescita di De Ligt? "Vado controcorrente, e do 8,5 alla sua stagione: un giovane, al primo anno con la Juventus e con al fianco sempre Bonucci che per me per caratteristiche non era il compagno ideale. La cosa comunque non gli ha fatto male, l'ha portato a fare e conoscere altre cose, all'inizio con fatica ma ora da uno dei difensori più forti al mondo. La stagione l'ha fatta tutta in crescendo, e spicca la sua grande personalità: non ha paura di niente e lo dimostra. I numeri nel calcio contano: guardiamo quanti 21enni hanno fatto quanto lui, e li contiamo forse sulle dita di una mano. La Juve ci ha creduto, l'ha pagato tanto e si è assicurata un futuro importante".

La solidità degli Agnelli pare una chimera per le altre. "Continuità, programmazione, stabilità, sicurezza, organizzazione, capacità di scegliere le persone. In questo la Juventus è lungimirante, lo dimostra ogni giorno perché non smette mai di proseguire nella voglia di migliorarsi. Se vediamo quanto fatto prima con Vinovo, poi lo stadio, poi la Continassa, il museo, le scuole per i ragazzi, lo Juventus Medical... Reinveste perché crede in quello che fa, e questo porta ai risultati: chi arriva lo fa in un ambiente in cui non gli manca niente. Ti mettono tutto a disposizione, fai fatica a sbagliare con una struttura talmente organizzata".

Ancora su De Ligt, un ascoltatore non è convinto che chi è pagato certe cifre abbia bisogno di una nave scuola. "Non intendo che debba essere accompagnato per la mano, ma il calcio si fa anche con le conoscenze che si aggiungono al bagaglio. Quello portato dietro dall'Ajax era già importante, ma si devono imparare tante cose per giocare in Italia. Quando smetti di farlo, diventi limitato. Non è essere sprovveduti, ma volersi migliorare".

Si riguarda le partite di quando giocava? "Non mi è mai piaciuto riguardarmi, ma nel lockdown mi è capitato. Ricordo benissimo la semifinale del 2003 con il Real Madrid dei Galacticos prima di sfidare il Milan a Manchester. Al Delle Alpi affrontammo un ritorno importante, con lo spirito giusto e una mentalità di provincia che serviva per fare un'impresa".

Vido del Pisa è pronto per la Serie A? "Aveva avuto poco spazio, quando è entrato ha sempre fatto bene nel supporto, meno davanti alla porta. Nelle ultime settimane è forse la miglior sorpresa di questo Pisa, mette qualità e quantità, aiutando la squadra: un giocatore completo e in fase evolutiva, penso possa fare una buona carriera".

Tornando alla Juve, Bentancur è l'erede di Pjanic o meglio da interno? "Uno come Jorginho somiglierebbe più a Pjanic, ma se vuoi gli interni più dinamici, Bentancur sta benissimo davanti alla difesa. Credo sia questo il pensiero che sta facendo Sarri: il ragazzo ha avuto una crescita importantissima e può fare tutti i ruoli del centrocampo. La scelta la faranno le valutazioni ma in quel ruolo ci può giocare".

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Alessandro Birindelli intervistato da Francesco Benvenuti © registrazione di TMW Radio