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ARGENTINA DI RIGORE, SUPERATA L’OLANDA E SEMIFINALE AGGUANTATA
10 dic 2022 00:33Calcio
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Di Lucio Marinucci

Sta iniziando a diventare il Mondiale dei rigori la rassegna in Qatar, dato che quattro delle ultime sei sfide si sono protratte fino ai tiri dal dischetto. Anche Olanda e Argentina si è prolungata oltre i supplementari, proprio come l’ultimo precedente tra le due squadre, la semifinale del Mondiale del 2014, quando la sfida venne vinta dall’Albiceleste. Stavolta a salire in cattedra è stato El “Dibu” Martinez, capace di neutralizzare i rigori di Van Dijk e Berghuis; era stato decisivo anche nella scorsa Copa America, quando riuscì addirittura a pararne tre in semifinale contro la Colombia. Per arrivare all’epilogo è però giusto riavvolgere il nastro, perché il 2-2 maturato in precedenza è stata la raffigurazione di una partita infinita. Nel primo tempo nessuna delle due squadre si è mai veramente snaturata o esposta a rischi, tant’è che oltre al gol di Molina, nato su invenzione di Messi, è accaduto poco altro. Nella squadra di Van Gaal ha continuato a spiccare l’assenza di un elemento in grado di saltare nell’uno contro uno l’avversario, dato che Depay tende a lanciarsi in dribbling solo in sporadiche situazioni. Non è mai stata sfruttata neanche la superiorità fisica e di centimetri, se non nel finale di partita. Dopo il rigore del 2-0 di Messi infatti, è stato gettato nella mischia Wout Weghorst, il gigante ex Wolfsburg, mattatore in Bundesliga per tanti anni. Con i centimetri e con il fisico ha buttato dentro due palloni (l’ultimo all’undicesimo minuto di recupero del secondo tempo ndr) che per poco non scrivevano la storia. Dal dischetto ha infatti poi sorriso l’Argentina, che è diventata la squadra con più partite vinte ai rigori nella storia della Coppa del Mondo, con cinque match vinti in tal modo. L’Olanda torna a casa avendo fatto il suo, senza infamia e senza lode, probabilmente ancora limitata dall’assenza di giocatori di alto livello in alcune zone del campo. La “Scaloneta” invece continua a spingersi sempre più in alto, nonostante le difficoltà e i limiti, sospinta, chissà, dal soffio malandrino di un tifoso speciale, che con il capo riccioluto e il dieci sulle spalle assiste divertito a questo strano e pazzo Mondiale.

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