
“Il calcio cambia continuamente, cambia anche nella stessa partita". Mario Sconcerti ripeteva spesso questa frase. Quindi anche i giudizi e le critiche sono figlie del momento, i pregiudizi o le offese sono altra cosa e appartengono a coloro che sono poco credibili.
Partendo dal presupposto che il calcio cambia, possiamo tornare al pensiero espresso nei confronti di alcuni allenatori: e sì, perché ora sembra esserci la caccia a chi ha criticato in passato alcuni protagonisti.
Coloro che hanno criticato alcuni allenatori nel momento in cui le cose non andavano, hanno analizzato la stretta attualità, parlare dopo, sulla base dei risultati per attaccare chi aveva espresso un pensiero critico, è troppo facile e anche poco onesto. Poi attenzione: nessuno ancora, degli allenatori in questione, ad oggi ( Mourinho, Allegri, Inzaghi e Pioli), ha vinto qualcosa in questa stagione (la Supercoppa di Inzaghi è un trofeo che appartiene alla precedente stagione).
A questo proposito, torno su due tecnici in particolare: Allegri e Mourinho spesso bersagliati da critiche.
Max in un momento delicato, ha compattato la squadra e solo un tecnico di spessore poteva riuscire a far navigare la nave in mezzo alla bufera, chi scrive riconosce questo e quindi complimenti. Sul gioco, sulle scelte dei giocatori e anche sulla preparazione fisica, però, i punti interrogativi rimangono e sono molti. Aggiungiamo anche che la semifinale di Europa League, per quanto importante è un obiettivo secondario per un club partito con alte ambizoni. Credo che, a prescindere dal finale di stagione, la sua avventura in bianconero sia finita, la Juve deve cambiare e iniziare un progetto nuovo; è ora di voltare pagina e scrivere una nuova storia, concedendo al futuro tecnico almeno 3 anni: l'obiettivo deve essere costruire puntando sui giovani e su un'idea di calcio più moderna. Costruire per vincere, non vincere per costruire. Il vecchio detto bianconero può aspettare.
Discorso diverso per il portoghese. Mourinho ha elevato la personalità della squadra, ha dato solidità e si è preso l'ambiente, inoltre, ( particolare non da poco) a differenza di Max, ha aggiunto qualcosa al gioco, la Roma sa anche essere propositiva. Guardando al futuro, questo rapporto deve proseguire a prescindere dal finale della stagione, è interesse comune continuare. Il club può crescere e Mou sembra essere in una fase della carriera che può essere vista come l'inizio del suo percorso al Porto, dove ha vinto facendo crescere i giocatori. Un rapporto, quello tra la Roma e il portoghese, che può avere un futuro, salvo colpi di scena di José in stile Inter. Certo una cosa bisogna dirla: oggi in un calcio italiano più povero pretendere campioni con ingaggi pesanti è utopia, quindi anche i grandi allenatori devono cambiare qualcosa nelle loro valutazioni.
Chiudo con le critiche e le analisi del momento che sono sempre doverose e giuste, il lavoro onesto e il pensiero libero sono fondamentali.
Il calcio cambia continuamente. Lo diceva un maestro.