di Marco Piccari 

Il derby Torino – Juve è sembrato un film ambientato nel tempo medioevale, l'atto secondo di Juve – Chelsea. 
Ancora una volta la squadra di Allegri si è presentata per difendere il suo fortino dagli invasori. La squadra è partita con un 4-4-2, ma soltanto per la grafica, in realtà in campo in fase di non possesso era un 5-3-2 con Bernnaedeschi a fare il quinto a destra per arginare le scorribande di Aina sulla corsia. La Juve sceglieva di stare davanti alla propria porta per provare a scatenare il contropiede con i due attaccanti, Chiesa e Kean, lasciati lontano e fuori dal castello per tentare di colpire. Tre occasioni possibile arrivano, ma poco per spaventare il nemico che avanzava e prendeva campo. Il Torino saliva, pressava e conquistava metri. Nei primi 45' il toro è sembrato il Chelsea con più determinazione e convinzione. Maggiore possesso palla 58% con 2 tiri in porta contro i 0 della Juventus. Una supremazia evidenziata anche nei passaggi completati 213 contro i 123 dei bianconeri cosi finiva il primo tempo. Nel secondo tempo Allegri cambiava uomini e strategia. Dentro Cuadrado per Kean e Bernardeschi dirottato sulla trequarti alle spalle di Chiesa per comporre una sorta di 5-4-1. Una mossa strategica per attaccare l'avversario. Il risultato si vedeva subito, la Juve usciva dal fortino, aumentava il palleggio e saliva sul campo invadendo la zona del nemico costringendolo a rinculare fino a non  farlo più uscire dalla propria metà campo. Un invasione certificata dai numeri: 64% di possesso nella ripresa, 238 passaggi completati, numero più alto della partita, contro 95 dei granata e 3 tiri in porta contro 0 degli avversari. L'assalto veniva portato a termine dal cavaliere più elegante dopo un lungo assedio. A quattro minuti dalla fine Locatelli la metteva dentro con un colpo preciso. 1-0, Milinkovic superato e Torino battuto..
Un colpo pesante, la Juve è tornata gli altri sono avvisati. Allegri, fuori dalla fortezza prova ad avanzare.