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Afeltra: "Esporto sull’iscrizione dell’Inter? Io non identifico il reato. Tutto quello di cui si parla è stato già controllato dalla Covisoc"
11 apr 2024 17:27Calcio
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L’avvocato Roberto Afeltra è intervenuto durante il programma "Piazza Affari" a TMW Radio per commentare vari temi.

Che idea si è fatto sulla situazione intorno all’Inter, tra le dichiarazioni di Sacchi e l’esposto di identità bianconera?
"Innanzitutto come ho detto in altri emittenti io non mi metto a contestare quello che dicono i colleghi. Io posso solamente verificare e far presente alcune situazioni tecniche. La prima delle quali è che la Federazioni, con il codice 45, prevede esposti e querele solo dai tesserati. Questo sarebbe un vizio di forma. Non si tratterebbe, poi, di una retrocessione nel caso ma di una non iscrizione. Per essere iscritti ci sono dei parametri da far rispettare: aver pagato tutti gli stipendi, i contributi e tutte le imposte del 20 aprile dell’anno precedente. I revisori dei conti hanno detto che era possibile iscrivere l’Inter ed è stato dato il parere. È sbagliato anche fare il caso di Reggina e Siena perché queste non avevano pagato entro il 20 giugno".

Ma se per assurdo questo esposto andasse in porto, ci sarebbero stati dei comportamenti illeciti?
"Nessuno è esente da responsabilità. Ci deve essere qualcuno, però, che deve avere interesse a portarlo avanti. Per assurdo lo avrebbe potuto fare la squadra retrocessa come ultima lo scorso anno dicendo che doveva fare il campionato al posto dei nerazzurri. Il problema è che non identifico il reato".

Viene anche contestato il fatto che ci sono stati degli oneri con percentuale troppo alta
"Non è vera questa cosa degli oneri. Anzi è vero a livello tecnico ma questi parametri vengono calcolati in maniera diversa. Ma quello che vi dico è che è stato tutto controllato dalla Covisoc. Quindi o questi hanno voluto aiutare l’Inter oppure non ha senso tutta questa questione".

Pare che si vogliano delle norme più strette da parte della Covisoc?
"Più stringenti di queste non esistono. Le società di calcio sono le uniche al mondo che devono pagare tutto in anticipo".

 

Giuseppe Vignola