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Pellissier: “In attesa del 10 maggio per realizzare il sogno di chiamarci di nuovo Chievo”
19 apr 2024 18:33Calcio
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Nella serata di TMW Radio, all’interno di “Piazza Affari”, è intervenuto Sergio Pellissier.

Legame ventennale col Chievo. La sua storia la conoscono tutti. Ci racconti però la storia che sta provando a far rinascere. E come sono stati questi primi tre anni?
“Sono stati tre anni duri, senza quel marchio e quella società. Ti riconoscono come Chievo anche se ti chiami Clivense. Devo dire che poter riuscire a recuperare il marchio che mi ha dato tanto vuol dire tantissimo. A maggio ci sarà la finalizzazione dell’offerta, dato che la nostra offerta è stata accettata”.

Nel 2021 dalla Terza Categoria, qual è la situazione adesso sotto il punto di vista sportivo?
“Salvi in D, anno complicato, ma che abbiamo gestito, adattandoci a una categoria che non era la nostra. Un anno di prova ci stava e l’abbiamo superato. Una stagione dove abbiamo imparato tanto”.

Che tipo di approccio ha notato dal mondo calcistico verso l’idea del Chievo che fu. Cosa è rimasto di quel Chievo nella testa dei tifosi?
“Ci sono vari tifosi ed appassionati. Il Chievo, ora che non c’è da qualche anno e ora che abbiamo cercato di ricreare, ha creato attorno una sorta di aura di invidia. Le squadre dei Dilettanti ti guardano con un’attenzione un po’ diversa. Nei tifosi c’è stata sempre un’amichevole passione, confessata verso una società che dal nulla era diventata qualcosa di importante. Di base il fallimento e tutto il resto hanno creato un’atmosfera diversa intorno. Il nostro progetto deve far capire che prima di tutto non viene il lato economico, bensì la passione per riavere quello che avevi prima”.

Un conto sono i 20 anni di militanza, un conto le motivazioni di questa fase…
“All’inizio volevo restituire quel che mi avevano dato i tifosi. Il loro affetto meritava che rinascesse la società che avevano perso. Col passare degli anni ho capito che qualsiasi cosa tu faccia, comunque qualcuno ti criticherà. Un po’ come sta capitando con Pioli: trovo assurdo che venga criticato in questa maniera così aspra un allenatore che ha riportato il Milan ad altissimi livelli. Lì, in me, è scaturito un po’ di sano egoismo: mi sono detto di farlo intanto per me e per riavere soddisfazione. E ci sono tutti i soci che ora non devo deludere”.

Dei suoi ex compagni al Chievo chi si è riavvicinato per darle una mano?
“Sono tutti a disposizione, in quanto hanno lasciato tutti una parte del cuore al Chievo. Tanti di loro hanno casa qui. Partendo da zero e mettere la faccia a disposizione diventa un problema. So per certo che - se chiamassi ora - accorrerebbero tutti. In questo momento non ne ho con me”.

Quanto reputa importante il fatto che il cuore del tifo clivense, il North Side, abbiano da subito appoggiato il progetto…
“Mi ha fatto molto piacere. Anche a loro ha fatto piacere. Il fatto di non chiamarsi Chievo ha provocato in loro una fase di riflessione, ma hanno sposato il progetto sperando di potersi richiamare Chievo. I ragazzi della curva hanno avuto il rispetto per il capitano che sono stato. Tanti tifosi non l’hanno fatto e ci sono rimasto malissimo. Sarei felicissimo se riuscissimo a riprenderci il marchio pure per loro. Per ora non ci penso. Attendo il 10 maggio e poi vedremo. Vorrei realizzare questo sogno”.

Alessandro Sticozzi